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Avvistamenti UFO in adriatico. Passano decenni ma il mistero resta

Di Antonella Micolitti

Era il 1978, quando il “Triangolo dell’Adriatico”, una zona triangolare di mare tra Ancona, il Gran Sasso e Pescara fece parlare di sé mezzo mondo. In quel triangolo di mare accadde di tutto, in qualche caso grazie all’esagerazione e alla fantasia, ma in altri casi senza effettive spiegazioni. Dalle acque del mare, come raccontavano gli stessi pescatori, venivano fuori colonne d’acqua dal diametro di una decina di metri. Il mare ribolliva in alcuni tratti, in particolare a nord di Martinsicuro e ci furono segnalazioni di corpi luminosi tra le onde. I marinai parlavano di bussole impazzite, di nebbie improvvise, di radar di bordo che localizzavano oggetti sconosciuti. Raccontavano di rumori, esplosioni di luci, improvvise correnti che facevano perdere la rotta ai pescherecci. Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre del 1978 si consumò una tragedia in mare, al largo di San Benedetto del Tronto, quando morirono nel naufragio del loro peschereccio, due fratelli di Martinsicuro. “Una morte strana, troppo strana”, a detta degli altri marittimi. Ci furono decine e decine di avvistamenti tra l’Adriatico e il Gran Sasso, da Pescara fino a Martinsicuro. Addirittura pare si sia manifestata un’onda “anomala” che avanzò fino all’arenile di Pescara mettendo in fuga i turisti, mentre luci arancioni comparivano sul Gran Sasso e un “oggetto non identificato” paralizzò una centrale elettrica a Pietracamela. Suggestione collettiva? Esagerazione” Semplice coincidenza? Sta di fatto che furono chiamate in causa anche le forze dell’ordine con numerose segnalazioni da parte dei cittadini: le Capitanerie di Porto, ad esempio, più volte perlustrarono il tratto di Adriatico interessato dai presunti avvistamenti. Il fenome “UFO” in Abruzzo richiamò TV e giornalisti da mezzo mondo. Giunsero anche squadre di scienziati che, in qualche caso di nascosto, studiarono a fondo ciò che accadeva o veniva raccontato da esterrefatti testimoni.

Le conclusioni furono per alcuni il silenzio, per altri il negazionismo, per altri ancora “solo bolle di gas”. Secondo alcuni ufologi esisterebbe una specie di rotta degli UFO che sorvola il Gran Sasso e si dirige verso l’Adriatico, e in uno dei vertici del triangolo, il Conero ad Ancora, gli avvistamenti di UFO sono e sono stati sempre centinaia. Dopo tanti anni, il Mistero del Triangolo dell’Adriatico continua ad affascinare e ad alimentare il dibattito. L’Abruzzo venne portato alla ribalta delle cronache nazionali ed internazionali. Chi ha vissuto quegli anni, racconta, ad esempio, di una diretta fiume da Pescara, da parte di Emilio Fede, allora in RAI. E i pescatori ricordano nitidamente quei mesi, in cui, raccontano, aveva timore a uscire in mare. Il mistero comunque resta. C’è chi dice che siano tanti i protagonisti di questa vicenda su uno scacchiere troppo ampio per far pensare ad una semplice serie di casi fortuiti e che, finora, non ci sono spiegazioni scientifiche esaurienti per archiviare il fenomeno come suggestione collettiva.

Video tratto dalla trasmissione “Voyager”

 

Tratto da Il Messaggero Abruzzo di di Roberta Zimei

«Qui Bellomo: abbiamo notato una specie di segnale di color rosso chiaro che si alza dal mare e va verso l’alto. Ci dirigiamo sul posto». Sono passati 40 anni esatti da quando questa comunicazione, trasmessa dal comandante della motovedetta CP2018, Vitale Bellomo, alla Capitaneria di porto di Pescara, venne captata via radio. Era il mese di novembre e i militari solcavano quel pezzo di Adriatico per rispondere alle segnalazioni di avvistamenti Ufo e strani fenomeni atmosferici che già da un mese buono, e poi per tutto il mese di dicembre, arrivavano sempre più numerose. Nella notte fra il 14 e il 15 ottobre del 1978 i pescatori pescaresi assistettero terrorizzati a colonne d’acqua che si sollevarono per decine di metri, a fasci di luci che dal cielo si riflettevano in mare, a nebbia fitta, a bussole impazzite e cambi di rotta improvvisi.

E nel tratto di mare davanti a San Benedetto del Tronto, sempre in quella notte maledetta, la morte inspiegabile dei due fratelli Vittorio e Gianfranco De Fulgentiis, che andarono a picco col loro peschereccio. Uno dei due fu ripescato con lo sguardo terrorizzato e niente acqua nei polmoni: non era morto per annegamento. L’invasione degli Ufo, così all’epoca venne definita, nel Triangolo dell’Adriatico, come venne ribattezzato il tratto che dalle Marche, passando per il Gran Sasso, si chiudeva in Abruzzo, aveva avuto inizio. Già quel nome, che ricordava il più famoso triangolo delle Bermude, dove sparivano inspiegabilmente navi e aerei, evocava atmosfere misteriose e inquietanti.

Fatti reali o frutto della fantasia e della psicosi collettiva? Le ipotesi avanzate per dare una spiegazione a quello che succedeva, furono tante: dalla presenza di basi Ufo sotto l’Adriatico o dentro il Gran Sasso, alla più probabile fuoriuscita di metano dai fondali che al contatto con l’atmosfera provocava esplosioni; dalle esercitazioni militari e dagli scontri segretissimi fra russi e americani, alla presenza di sottomarini nemici in costante perlustrazione. Che dire? L’Italia, in quello stesso 1978, attraversava uno dei periodi più densi di avvenimenti e contraddizioni. Il caso Moro, assassinii eccellenti, conquiste civili come l’aborto e la legge anti-manicomi di Basaglia, i referendum, le dimissioni di Leone e l’ascesa di Pertini, la morte di due papi e l’inizio del pontificato di Wojtyla. Furono dodici mesi che tennero l’Italia in bilico fra vecchio e nuovo, terra di confine dove convivevano terrorismo e riflusso; anni che annunciavano forti cambiamenti destinati a segnare per sempre ciò che sarebbe avvenuto.

Eppure, quel Triangolo dell’Adriatico, in quegli stessi dodici mesi così determinanti per il resto della nazione, viveva uno dei momenti di maggiore risonanza mediatica della sua storia passata e futura per quegli incontri ravvicinati del terzo tipo. Forse perché, figlio di quel tempo e di quei giorni, restando sul piano dell’intrattenimento, fu anche la sit-com Mork&Mindy, “Nanonano”, (il primo episodio venne trasmesso in Tn il 14 settembre) con l’esordiente Robin Williams nei panni di un giovane alieno sceso sulla Terra per imparare le abitudini degli umani. Lì dentro c’era, probabilmente, un po’ del clima che si respirava in quegli anni in Italia e anche in Abruzzo: dalla malinconia un po’ strampalata, alla paura del diverso; dalla volontà fiduciosa di superare le differenze, alla ricerca di altri mondi fino al rifugio in un futuro spesso incomprensibile. Non a caso il 1978 è stato l’anno che ha registrato il maggior numero di avvistamenti Ufo, 69 in particolare, la maggior parte dei quali proprio lungo la costa adriatica.

 

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Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

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