L’Abbazia di San Pancrazio a Roccascalegna

La Chiesa di San Pancrazio è sorta intorno al XII secolo, come dipendenza del monastero di S. Stefano presso Tornareccio, l’Abbazia di San Pancrazio, pur dipendente da Chieti, si costituisce nel tempo un vasto territorio di chiese e possedimenti. In una cornice posta in alto sulla facciata vi è un’iscrizione che data l’edificio al 1205. Una descrizione fatta successivamente alla visita pastorale del vescovo di Chieti nel 1568, descrive l’abbazia come una delle più importanti della zona. Si legge di un chiostro con varie stanze al piano terra e a quello superiore, dell’altare maggiore con una tribuna sorretta da quattro colonne, due cappelle laterali con due altari. Del monastero rimane solo qualche traccia. La chiesa, invece, conserva molto delle sue antiche strutture. Con molta probabilità la navata laterale sinistra è stata aggiunta posteriormente alla prima fondazione.

Potrebbe trattarsi, infatti, di un intervento realizzato per collegare il campanile alla chiesa. L’edificio si presenta in un buono stato di conservazione. Di recente è stato sottoposto ad interventi di restauro con cui sono state consolidate le strutture, rifatte le coperture e la pavimentazione interna con un mattonato di fattura vistosamente moderna. Le superfici interne ed esterne sono interamente realizzate con una cortina in pietra a vista senza alcuna traccia di intonai ed affreschi, recentemente ripulita e per questo in buono stato. La chiesa sorge attigua al cimitero realizzato sul sito originariamente occupato dal convento. La facciata presenta il tipico coronamento orizzontale ed è delimitata ai lati da contrafforti realizzati con conci di dimensioni svariate e levigati superficialmente. Sul lato sinistro una parete più bassa della facciata chiude la navata laterale e collega la chiesa al campanile, un tempo staccato dall’edificio. La cortina muraria è stata realizzata con un’apparecchiatura irregolare di bozze di calcare e ciottoli spaccati a ricorsi sub-orizzontali. Al centro della facciata si apre un portale e, in asse con esso, un finestrone con arco a sesto ribassato. Il portale presenta stipiti ed architrave in pietra calcarea perfettamente levigata e priva di decorazione. All’imposta dell’arco una cornice con motivi floreali funge da capitello e sorregge l’archivolto con decorazioni a motivi vegetali ghiera con conci lisci.

La lunetta è decorata da un bassorilievo di difficile lettura. Sulla parete destra della chiesa si apre un portale secondario che ripropone le stesse forme di quello sulla facciata. Qui l’archivolto e riccamente decorato con girandole vegetali e la lunetta, invece, è priva di decorazioni. L’interno della chiesa mostra la nuda semplicità della cortina muraria in pietra con apparecchiatura simile a quella utilizzata per l’esterno. Sul lato destro quattro grandi archi dividono la chiesa in due navate. I pilastri sono realizzati con conci squadrati e levigati e presentano una cornice che, piegando ad angolo retto sui quattro lati, funge da capitello. Gli archi sono realizzati con lo stesso materiale dei sostegni e presentano un sesto ogivale. La copertura della navata maggiore, opera di recente costruzione, è a due falde, con un tavolato poggiato su travi e capriate in legno.

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Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

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