Le Riserve i Parchi e le Aree Protette Abruzzesi

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By @ Icaro Droni

La Riserva Naturale Sorgenti del Pescara

sorgenti-pescaraIstituita nel 1986, è una delle riserve storiche abruzzesi. Si tratta di un’area di circa 50 ettari di rara bellezza formata da sorgenti limpide e trasparenti che consentono il processo fotosintetico fino a 5 metri di profondità. La città di Popoli, grazie alla sua posizione ai piedi di montagne altissime, tra la Conca Peligna, il Morrone e alcuni monti del Gran Sasso meridionale, può essere definita la città dell’acqua, con ben cinque fiumi importanti, numerose sorgenti e fontanili. Le Sorgenti del Pescara sono nascoste nel fitto intreccio di vegetazione igrofila dove vivono numerosi uccelli acquatici e di palude. Lo specchio d’acqua cristallina viene alimentato da oltre sessanta polle sorgentizie, con una portata costante di 7.000 litri al secondo. Una vera esplosione di vita e di suggestiva attrattiva paesaggistica.

La Riserva Naturale Zompo lo Schioppo

zompo-lo-shioppoCollocata a valle di un ampio anfiteatro roccioso, la Riserva è delimitata da creste a confine tra il Lazio e l’Abruzzo, nel gruppo montuoso dei Simbruini-Ernici. L’area protetta, espressione di una fitta e vasta faggeta, è ricca di fenomeni carsici, con doline ed inghiottitoi. Il nome deriva da una delle cascate più belle e suggestive dell’Appennino, Zompo lo Schioppo. La cascata, elemento rappresentativo del paesaggio, dà origine al famoso “Zompo”, un salto nel vuoto da una ripida parete calcarea di oltre 100 metri, in uno scenario di rara bellezza. Con la sorgente carsica che si estingue annualmente nei mesi estivi ed autunnali, il patrimonio idrico dell’area protetta si raccoglie in una ramificata rete sotterranea tra i calcari fessurati e una ricca vegetazione arborea. Dalle quote più basse fino alle vette che sfiorano i 2.000 metri con il Monte Pozzatello, si susseguono i principali tipi di habitat appenninici con una buona distribuzione di specie vegetali ed animali.

La Riserva Naturale Regionale Lago di Penne

regionale_lago_di_penneConfina con i comuni di Farindola e Montebello di Bertona. L’area protetta include il fiume Tavo e il torrente Gallero, provenienti dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Il paesaggio mediterraneo della riserva, con un mosaico alternato da tasselli naturali e terreni coltivati, appare decisamente frammentato. Il bacino artificiale del Lago di Penne, costruito alla confluenza tra il Tavo e il Gallero, raccoglie ogni anno circa 8 milioni di metri cubi di acqua. Nel lago sono presenti diversi ardeidi come l’airone cenerino, l’airone bianco maggiore e la nitticora, simbolo dell’oasi, nidificante dal 1983. Dalla sommità della collina di Collalto si ammira lo spettacolare panorama dell’Appennino centrale, a centottanta gradi, con tre parchi nazionali: il Gran Sasso e Monti della Laga, i Monti Sibillini e la Maiella.

La Riserva Naturale Regionale Lago di Serranella

lago-di-serranellaUna zona impaludata con vasti canneti ha dato origine dal 1981 ad un ambiente umido di grande interesse e, dal 1990, ad una splendida riserva naturale. Dal bacino artificiale per l’irrigazione, il lago di Serranella è diventato ben presto uno dei tratti del fiume Sangro meglio conservati, gestito con cura e attenzione. Localizzato a circa 90 metri di altitudine sul livello del mare, nei comuni di Altino, S. Eusanio e Casoli, in provincia di Chieti, il piccolo lago del Sangro raccoglie le acque dell’Aventino e di affluenti minori, il Gogna e il Pianello. L’area protetta è localizzata all’inizio dell’ampia pianura alluvionale del basso corso del Sangro ed è caratterizzata dalla presenza di un piccolo bacino idrico originatosi a seguito della costruzione di una traversa ad opera del Consorzio della Bonifica Frentana di Lanciano.

La Riserva Naturale Regionale Castel Cerreto

castel_cerretoSotto il profilo strettamente morfologico l’intera area è caratterizzata da colline, modellate sui terreni di origine torbica, impluvi di raccolta di acque piovane con il Fosso del Cerreto, il Fosso del Lagone e il Fosso del Cecalupo. Numerose sorgenti superficiali confluiscono a valle nel torrente Rio, affluente del fiume Vomano. Nella riserva si denotano frane antiche già colonizzate dalla vegetazione pioniera arborea, e frane più recenti colonizzate da una vegetazione pioniera arbustiva ed erbacea. Il bosco di Castel Cerreto è ubicato in una fascia compresa tra i 400 e i 600 metri s.l.m. e rappresenta uno dei pochi residui di cerreta esistente in Abruzzo, quasi sempre sostituito da coltivazioni e da prati pascoli.

La Riserva Naturale Regionale Grotte di Pietrasecca

grotte-di-pietraseccaIn un’ampia zona carsica, su un’area che ricopre 110 ettari interamente nel comune di Carsoli, la Regione Abruzzo ha istituito nel 1992 la prima Riserva che tutela, con una legge specifica, alcune delle più suggestive grotte dell’intero Appennino. Di grande fascino sono due cavità scavate dalle acque nelle rocce calcaree del Cretaceo: la Grotta Grande del Cervo, scoperta nel 1984, e quella dell’Ovito. La prima deve la sua importanza al ritrovamento di ossa di cervo di notevole interesse paleontologico, ma anche di monete romane del IV-V sec. d. C. La seconda è invece un inghiottitoio nel quale le acque che scorrono in superficie scompaiono per tornare alla luce a 1300 m di distanza nella cosiddetta risorgenza della Vena Cionca a Pietrasecca. La riserva unisce il valore estetico, scientifico, naturalistico e archeologico, in un solo risultato, in modo da poter definire questa prima area carsica protetta della Regione, un caso veramente unico.

La Riserva Naturale Regionale dei Calanchi di Atri

calanchiHa tutelato un sito d’importanza comunitaria considerato una delle manifestazioni più appariscenti di erosione accelerata del suolo argilloso: i calanchi. Fenditure del terreno risalenti al Pliocene, i calanchi toccano la lunghezza di svariate centinaia di metri, dando luogo a complesse manifestazioni architettoniche naturali, conosciute anche con il nome di bolge o scrimoni. A ridosso della costa adriatica, l’area protetta è di circa 380 ettari, presentando forme calanchive ad anfiteatro naturale dai 160 metri del fondovalle del torrente Piomba, ai 468 metri del Colle della Giustizia. In questo modo i calanchi assumono, in prossimità della costa, la forma spettacolare a “lama di coltello”, su substrati di marne e argille di diverse sfumature d’intensità cromatica, contenendo le varie tonalità che vanno dal bianco al marroncino.

La Riserva Naturale Regionale Monte Genzana e Alto Gizio

pettorano_sul_gizioSi estende nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio per 3.164 ha. Si tratta della più estesa tra le 25 riserve naturali d’Abruzzo, con il centro storico di Pettorano interamente compreso nell’area protetta. Rappresenta un vero sito di collegamento tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella, e le riserve naturali del Lago di San Domenico e Gole del Sagittario. La Riserva tutela un complesso montuoso a nord-est di Scanno, con pareti rocciose e ghiaioni e nella zona sommitale fenomeni carsici superficiali. Il nome è un toponimo che ricorda l’abbondanza della genziana, pianta liquoristica attualmente in forte rarefazione. Sito di riproduzione accertata e continuata, nel corso degli ultimi 15 anni, dell’orso marsicano, che vive con una popolazione stabile e di entità non trascurabile, la Riserva ha un elevato valore ambientale anche per altre specie, come il lupo e il gatto selvatico.

Riserva Naturale Regionale Gole del Sagittario

gole_sagittarioL’area protetta si estende dai 500 metri s.l.m. a valle del nucleo abitato di Anversa degli Abruzzi (L’Aquila), lungo il corso del Sagittario, fino ai pascoli compresi tra Pizzo Marcello e la zona di protezione esterna del Parco Nazionale, a 1.500 metri di quota. Sul versante orientale, le Gole del Sagittario confinano con la Riserva Regionale del Genzana Alto Gizio, dove sono stati rilevati i maggiori segni della presenza dell’orso marsicano fuori dai confini del Parco. La suggestiva bellezza delle Gole del Sagittario ha affascinato i viaggiatori dell’Ottocento e numerose sono le testimonianze di antichi studiosi che rimanevano meravigliati soprattutto dal paesaggio incantevole. La Riserva include ambienti molto diversi tra loro. Il paesaggio predominante è costituito da profonde e spettacolari gole calcaree modellate dall’azione erosiva delle acque.

Riserva Naturale Regionale Abetina di Rosello Boschi

abetina-di-roselloIncantanti, come nel mondo delle fiabe. Agli ultimi, preziosi e maestosi boschi di abete bianco dell’Appennino centrale è legata, a doppio filo, l’importanza della Riserva Naturale Regionale Abetina di Rosello, situata nel medio corso del fiume Sangro al confine tra Abruzzo e Molise. Oltre duecento ettari di bosco a circa mille metri sul livello del mare, che proteggono uno dei relitti nuclei forestali dell’Italia peninsulare caratterizzati dalla presenza delle abetine. La posizione geografica della Riserva è di grande suggestione trovandosi nel comprensorio montano al confine con l’alto Molise, interamente attraversato dal torrente Turcano (affluente del fiume Sangro), in un ambiente ad alto valore naturalistico e paesaggistico caratterizzato dalla bassa antropizzazione e dalla presenza di pochi piccoli centri senza insediamenti sparsi.

Riserva Naturale Regionale Punta Aderci

punta_aderciLa Riserva comprende un tratto di costa dalla foce del Sinello a Punta della Lotta, nel Comune di Vasto (Chieti). La falesia di Punta Aderci si affaccia sul mare con dirupi alti anche decine di metri e con pendenze relativamente dolci (Spiaggetta contigua al Porto di Vasto). È possibile distinguere la zona pianeggiante, sovrastante la falesia, dai terreni in pendenza verso i valloni, seguendo idealmente la linea di costa. Le spiagge sono gli habitat abruzzesi più rari, continuamente ripulite per esigenze turistiche. Le piante della costa subiscono una continua selezione, che le rende sempre più specializzate, adattate, nel corso della loro storia evolutiva, a vivere in condizioni severe quali l’aridità e la mobilità della sabbia, la carenza di elementi nutritivi, l’aerosol e gli spruzzi del mare, il vento e il forte irraggiamento estivo.

Riserva Naturale Regionale Gole di San Venanzio

san_venanzoDi particolare interesse nel tratto del fiume che attraversa le Gole di San Venanzio, la Riserva è situata al centro dell’Abruzzo nei territori dei comuni di Raiano, Vittorito e Corfinio in provincia dell’Aquila. La Riserva si estende su una superficie di 1.072 ettari con le Gole del Comune di Raiano e l’intero versante orientale del Monte Urano (quota 1.080 metri), fino alla località Le Spugne (1.046 metri). Nelle Gole di San Venanzio l’acclività è generalmente fortissima, con strapiombi e balze di grande imponenza e spettacolarità i cui toponimi Rava, Costa evocano l’aspetto selvaggio e inaccessibile dei luoghi. Il territorio a valle, invece, pianeggiante e ondulato, ricco di una lussureggiante vegetazione, invita a piacevoli e rilassanti passeggiate. Dal punto di vista idrografico l’intero territorio protetto ricade nel sistema dell’Aterno, il fiume più lungo della provincia dell’Aquila.

Riserva Naturale Regionale Monte Salviano

monte_salvianoIl Monte Salviano al termine di una lunga catena di montagne provenienti dal Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise, separa la Conca del Fucino dai Piani Palentini. La città di Avezzano localizzata ai suoi piedi è legata in modo indissolubile a questa montagna, dal punto di vista urbanistico, naturalistico e religioso. Un prezioso scrigno di biodiversità, a confine tra il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e il Parco Regionale del Sirente Velino, tra la Riserva Zompo lo Schioppo e la Riserva di Valle Maiellana. La riserva è stata sostenuta con forza dall’Associazione “Il Salviano” di Avezzano, con il patrocinio del Comitato Parchi Nazionali, il WWF Italia ed altre associazioni. La Riserva è finalizzata alla conservazione degli ambienti naturali nei quali è consentita una razionale attività di pascolo ed una selvicoltura con criteri di sfruttamento naturalistici.

Riserva Naturale Regionale Bosco di Don Venanzio

don_venanzioIl bosco attualmente non supera gli 8 ettari, ma un tempo la sua area era molto più vasta, circa 80 ettari, come si deduce da un’antica mappa del 1811 citata dal botanico Franco Pedrotti. Difatti, durante la costruzione della ferrovia adriatica (1865-67) gran parte del bosco venne tagliato e il legno utilizzato per la realizzazione delle traversine ferroviarie. Denominato “Don Venanzio” dal nome del suo proprietario, il bosco è l’ultima testimonianza di quelle foreste che un tempo caratterizzavano le paianure fluviali. L’ambiente, affascinante per la presenza di numerosi alberi maestosi, offre una varietà floristica di sottobosco inaspettata: l’habitat tipico degli antichi meandri fluviali è in relazione con le differenti situazioni microstanzionali e con i diversi livelli di terrazzo fluviale. La Riserva protegge dunque un raro relitto di bosco planiziare, tra i pochi ancora esistenti lungo la costa adriatica, con varie tipologie di vegetazione.

Riserva Naturale Regionale Pineta Dannunziana

pinata_dannunzianaL’area protetta comprende al suo interno 35 ettari di pineta a ridosso della costa adriatica, tra il porto della città e Francavilla al Mare. Il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva affronta le problematiche del territorio ed individua una serie d’interventi di riqualificazione ambientale. Con l’istituzione della Pineta Dannunziana, i fenomeni di degrado in atto nella pineta dovrebbero essere eliminati per avviare quella vocazione turistica e naturalistica decisamente utile alla più popolata città abruzzese. L’area della Riserva è delimitata dalla prossimità del mare, dal porto turistico, dal teatro D’Annunzio, dalle numerose attrezzature alberghiere, dai due poli, universitario e giudiziario, dallo stadio comunale, con la presenza di attività dismesse (ex Aurum) o in via di dismissione.

Riserva Naturale Regionale Lecceta di Torino di Sangro

lecceta-di-torino-di-sangroLa Riserva garantisce la tutela ad una superficie di 170 ettari. Il biotopo costiero, con una superficie di 218 ettari, è localizzato tra Fossacesia e Casalbordino, nel comune di Torino di Sangro, in provincia di Chieti. Si tratta di uno dei rarissimi boschi relitti litoranei dell’Adriatico. Costituito esclusivamente da latifoglie, presenta ancora tratti di pregio naturalistico e di valore paesaggistico e scientifico, in contrasto con la maggior parte dei rimboschimenti costieri, di natura antropica, che hanno compromesso l’estetica e i valori della macchia mediterranea a causa delle specie alloctone introdotte soprattutto nell’Italia peninsulare (eucalipti, pino radiata). La Società Botanica Italiana fin da 1971 aveva individuato la Lecceta di Torino di Sangro come importante biotopo di rilevante interesse vegetazionale, da inserire nell’elenco delle aree naturali protette.

Riserva Naturale Regionale Cascate del Verde

riserva-cascate-del-verdeAi confini tra l’Abruzzo e il Molise, in località Quarto, nei pressi dei Laghi dell’Anitra nel Comune di Pescopennataro, inizia il corso del Rio Verde che dopo un breve percorso, con tre salti consecutivi di circa 200 metri, si congiunge al fiume Sangro. Queste spettacolari cascate naturali alimentate da acque perenni, anche se variabili nella portata durante l’anno, sono di grande rilevanza scientifica. Le acque del Rio Verde sono cristalline e pure, ricche di fauna bentonica. Le cascate, originate dall’omonimo torrente, sono considerate tra le più alte dell’Appennino, alimentate da acque perenni che precipitano su un’ampia parete rocciosa, e percorrono la valle incassata all’interno di un complesso dislivello geomorfologico, prima di confluire nel Sangro.

Riserva Naturale Regionale Sorgenti del Vera

fiume_veraIl fiume Vera nasce dalle pendici del Gran Sasso. Dopo un percorso di circa 2 km confluisce nel fiume Raiale, a sua volta affluente di sinistra dell’Aterno. Le sorgenti principali e si trovano poco a nord dell’abitato di Tempera. Le sorgenti Capovera, più ad est, sono di portata inferiore. La portata complessiva, costante nell’arco dell’anno, è di circa 1.000 litri al secondo. Istituito nel 1983 come Parco Territoriale Attrezzato delle Sorgenti del Vera, su una superficie di 30 ettari, è stato trasformato nel 2004 in Riserva Naturale regionale Guidata. La riserva naturale Sorgenti del Vera è stata duramente colpita dal terribile evento sismico del 6 aprile 2009 che ha gravemente danneggiato la bellissima Città dell’Aquila, con tutte le sue frazioni e i paesi circostanti. La Riserva tuttavia conserva ancora, nelle sue vicinanze, la memoria storica di notevole importanza per quanto riguarda le attività produttive dei secoli passati.

Riserva Naturale Regionale Borsacchio

borsacchioTra il fiume Tordino e il fiume Vomano si estende il litorale di Roseto degli Abruzzi con uno sviluppo lineare di circa dieci chilometri. La spiaggia, bassa con sabbia finissima, ha una pendenza debole. Il fondale, con la media dello 0.7% di pendenza nel tratto di mare tra Villa Rossi e Villa Mazzarosa, è interessato dal fenomeno dell’erosione. Le scogliere artificiali aderenti, emergenti e soffolte, ma anche i pennelli trasversali non hanno risolto il problema, anzi sembra che i nuovi impatti antropici incidono sul delicato ambiente costiero. Le cause dei processi erosivi, che provocano l’arretramento della linea di riva, sul litorale di Roseto, come in tutta la costa teramana, risiedono in gran parte nell’attività estrattiva in alveo, sul Tordino e sul Vomano, un fenomeno che ha interessato quasi tutti i fiumi abruzzesi.

Riserva Naturale Regionale Grotta della Luppa

valle_della_luppaL’inghiottitoio di Luppa, con il suo torrente sotterraneo dal carattere alternato a tratti irrequieto oppure calmo, è una cavità complessa, nascosta tra i boschi difficile da localizzare. L’inghiottitoio è sempre stato nell’immaginario degli speleologi con il suo torrente sotterraneo ‘facile alla collera’, che da millenni ha plasmato il divenire geomorfologico dell’area. L’origine del toponimo Luppa, da cui trae origine il nome della grotta, è abbastanza oscura, poiché sono molto rare le fonti reperibili. È presente in una memoria di Phoenobio (1678) e in una carta di Revillas (1735) dove apparirebbe la testimonianza dell’esistenza di una notevole circolazione idrica sotterranea. Potrebbe derivare dal nome dialettale dell’upupa o forse dal latino ‘lapis’, per la natura aspra e desolata delle rocce del monte Guardia d’Orlando.

Riserva Naturale Regionale Lago di San Domenico

sorgente_san_domenicoL’area protetta consiste in due porzioni distinte, la più grande di circa 53 ettari con il bacino artificiale di San Domenico che scende verso le Gole del Sagittario, la seconda di circa 7 ettari, con il relitto geologico del piccolo Lago Pio a sud dal centro storico di Villalago. Il paesaggio circostante è caratterizzato dai ripidi pendii calcarei dell’Appennino centrale, alternati tra le praterie aride secondarie e le tipiche formazioni forestali, maggiormente sviluppate nei versanti settentrionali. Nel territorio circostante è evidente l’azione antropica con la suggestiva strada di collegamento tra Anversa degli Abruzzi e Scanno e con lo sbarramento idroelettrico che ha dato origine all’invaso artificiale di San Domenico. Nelle aree di fondovalle le ampie porzioni di vegetazione hanno lasciato il posto ai pascoli e alle coltivazioni, in particolare segale.

Riserva Naturale Regionale Grotta delle Farfalle

grotta-delle-farfalleLa Riserva comprende una superficie di 510 ettari di territori comunali di San Vito Chietino e di Rocca San Giovanni. I confini dell’area protetta non raggiungono direttamente il litorale anche se la linea parallela al mare nei pressi di Vallevò, a metà tra i due comuni, divide la zona antropizzata da quella più conservata dal punto di vista naturalistico. Da segnalare in questo tratto della costa adriatica la magia dei trabocchi, suggestiva testimonianza di una antica civiltà, tra terra e mare, cerniera tra la pesca e l’agricoltura, un tempo fonte di ricchezza, oggi in fase di recupero per una nuova valorizzazione nell’ambito turistico e culturale che cerca di definire una nuova identità di un luogo con radici certe. La Riserva tutela una serie di fossati solcati da brevi tratti di torrenti che scorrono nascosti tra la ricca vegetazione ripariale ed alcune grotte naturali, che durante la terribile guerra mondiale offrirono sicuri nascondigli a partigiani e sfollati.

Riserva Naturale Regionale Punta dell’Acquabella

acquabellaLa Riserva comprende una superficie di circa 28 ettari, in una stretta fascia di vegetazione, subito dopo il porto di Ortona, fino ad un centinaio di metri, con una striscia più sottile, a sud della sommità di Punta Acquabella, dove si può osservare l’evoluzione geomorfologica dell’imponente falesia. Inserita nel Sistema delle Aree Protette della Costa Teatina, lungo il tracciato ferroviario dismesso, compreso tra Ortona e Vasto, individua un sistema di aree protette direttamente collegate e unite funzionalmente con altre riserve esistenti tra le quali Punta Aderci di Vasto, il Bosco di Don Venanzio di Pollutri e la Lecceta di Torino di Sangro. La dismissione di vari chilometri di linee ferroviarie, rappresenta oggi la vera novità per la futura realizzazione dei percorsi verdi con il recupero dei luoghi più suggestivi dell’intera regione.

Riserva Naturale Regionale Ripari di Giobbe

ripari-di-giobbeLa frazione di Ortona, Ripari di Giobbe con circa 30 abitanti residenti, è localizzata sopra una costa alta, a 65 metri sul livello del mare. Immersa in un’area di pregio naturalistico la falesia rocciosa si confonde, a tratti, nella macchia mediterranea che ricopre la parete collinare, a ridosso di una cala nascosta, con la spiaggia di ciottoli bianchi e acque cristalline, raggiungibile solo a piedi o dal mare. Tutta l’area si è conservata per la difficile accessibilità e per la notevole instabilità dei versanti più ripidi. Le numerose frane e scivolamento, sul lato della scarpata, sono aumentati nel 2006 con il crollo di alcuni tratti di falesia nei Ripari di Giobbe ma anche in altre zone del litorale teatino da Punta Mucchiola a Punta Lunga e Ferruccio, fino a Punta Aderci. Questo fenomeno di erosione ha determinato, dopo 100 anni, lo spostamento della linea ferroviaria più all’interno.

Riserva Naturale Regionale Marina di Vasto

marina-di-vastoI 57 ettari di superficie della Riserva si estendono lungo 3 Km della fascia litoranea, fino ad interessare anche il Comune di S. Salvo. Costituisce uno dei rari tratti di costa abruzzese con vegetazione dunale e con piante rare in pericolo di estinzione. La vegetazione sabbiosa pioniera trattiene la sabbia con un apparato radicale sviluppato che consolida i cordoni dunali. Si tratta di un paesaggio ormai scomparso quasi ovunque e quindi meritevole di tutela anche in quanto costituisce un relitto della vegetazione che caratterizzava le nostre coste. I sistemi naturali che comprendono le aree umide e salmastre, hanno una struttura “caotica” dove le interazioni tra gli organismi e l’ambiente sono complessi. Si tratta di un sistema biologico con un equilibrio termodinamico interno elevato, che corrisponde al massimo contenuto d’informazioni del sistema e al minimo di entropia.

Parco territoriale Attrezzato Sorgenti sulfuree del Lavino

sorgenti-sul-lavinoIl Parco territoriale attrezzato delle sorgenti sulfuree del Lavino è a pochi chilometri da Scafa, in località De Contra. È stato istituito nel 1987, su un’area di 40 ettari. Il fiume Lavino proviene dal settore settentrionale del Parco della Maiella, dal quale riceve le acque prima di immettersi nel fiume Pescara. Un sistema di risorgenze con piccole polle all’interno di un ampio stagno colorato, dal turchese al grigio-verde, per la presenza dei solfati disciolti, rende veramente particolare la piccola area protetta. Il paesaggio circostante, prevalentemente agricolo, è ricco di macchie spontanee di vegetazione termofila con roverella, ginestra e coronilla. A poca distanza dal Parco del Lavino le verticali e suggestive falesie friabili di Turrivalignani.

Parco territoriale Attrezzato Fiume Fiumetto

fiume_fiumettoConfinante con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco del Fiume Fiumetto è localizzato nella frazione di Castiglione della Valle, antica capitale della Valle Siciliana, un tempo luogo fortificato, dove recentemente è stata restaurata la chiesa di San Michele Arcangelo, con due portali in pietra. Il Parco tutela 4 chilometri del Fiume Fiumetto, caratterizzato da una ricchissima vegetazione ripariale, a partire dal torrente Sazza alla confluenza con il fosso S. Paolo. Il torrente è alimentato da alcuni fossi, uno dei quali forma alcune piccole ma suggestive cascate. In alcuni tratti pianeggianti il Fiumetto dà origine ad ampie anse, con piccole zone acquitrinose dove la vegetazione di sponda è rappresentata da fragmiteti e tifeti.

Parco territoriale Attrezzato Vicoli

vicoliIl Parco si sviluppa in un’area di 10 ettari a poca distanza da Vicoli, piccolo centro di origini medievali, sulla destra del fiume Nora. Il borgo antico, ormai abbandonato, si trova a strapiombo sul fiume e conserva l’aspetto compatto del borgo medievale, interamente realizzato con la caratteristica pietra locale. Un’antica mulattiera scende verso il fiume Nora attraversando la contrada Le Penne e raggiungendo il Parco Territoriale, circoscritto da un territorio scarsamente antropizzato con presenza di salici (Salix sp.), pioppi neri (Populus nigra) e roverelle (Quercus pubescens). Lungo la strada provinciale che porta verso il vicino Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, non lontano dal vecchio abitato, si è sviluppato il nuovo centro dove spicca la moderna chiesa parrocchiale di S. Rocco con una cupola di ferro e vetro; la chiesa parrocchiale di S. Andrea del ’600 non è distante dal Parco Territoriale.

Parco territoriale Attrezzato Annunziata

annunziata-di-orsognaIstituito nel 1991 il Parco Territoriale Attrezzato dell’Annunziata si estende per circa 145 ettari ai limiti della fascia pedemontana del massiccio della Maiella, nel comune di Orsogna. Il territorio del Parco è caratterizzato dalla fascia collinare di altezza media (370 m s.l.m.) digradante verso la costa. Le colline sono intercalate da valloni percorsi da sorgenti e corsi d’acqua, confluenti nel torrente La Venna, situato ai margini del Parco stesso, a confine con i territori boschivi dei comuni di Arielli e Canosa Sannita. Le condizioni geomorfologiche, ambientali e bioclimatiche del Parco favoriscono l’esistenza di boschi misti caducifogli caratterizzati da numerose varietà di specie. All’interno del Parco si trova il complesso conventuale “Dell’Annunziata”, area di rilevante pregio storico-architettonico risalente al XV secolo e ancora oggi integro nel suo impianto originario.

Parco territoriale Attrezzato Fiume Vomano

parco_territoriale_vomanoIl Parco Territoriale Attrezzato del Fiume Vomano è localizzato in un tratto del Fiume Vomano, a confine con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga fino a Montorio al Vomano. Il Parco territoriale istituito su una superficie di 335 ettari, rappresenta il corridoio naturalistico di accesso al Parco Nazionale dal versante adriatico. Dieci volte più grande delle altre tipologie di parchi territoriali, il fiume Vomano conserva la vegetazione caratteristica degli ambienti fluviali del teramano. La lenticchia d’acqua (Lemna minor) e poche alghe verdi filamentose si trovano dove la corrente rallenta, ma anche in qualche pozza sull’ampio greto ciottoloso. Altre piante igrofile di sponda sono distribuite lungo il corso d’acqua.

Parco Regionale Sirente-Velino

sirente-velinoIl Parco Naturale Regionale del Sirente-Velino tutela la biodiversità dell’Appennino centrale in un’area di 54.705 ettari. L’area protetta comprende il territorio di 19 comuni della media Valle dell’Aterno e Subequana, l’Altopiano delle Rocche e la Marsica settentrionale. Il Parco è ricco di storia e di strutture architettoniche splendide, che hanno in gran parte resistito al terribile terremoto del 6 aprile del 2009, di siti archeologici, di ambienti naturali con spettacolari scenari appenninici, di presenze rare di specie di flora e fauna della regione mediterranea. Il territorio è caratterizzato da una morfologia complessa, con una serie di dorsali allungate prevalentemente in direzione appenninica (da NW-SE a NNW-SSE). Il clima rigido (il Velino e il Sirente sono i massicci appenninici più lontani dal mare) favorisce la presenza di piante che vivono in luoghi freddi.

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 921 articoli
Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

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