Una chiesa abbandonata

 

Da oltre dieci anni la stupenda chiesa di San Nicola di Bari a Civitella Alfedena, forse il più bel centro storico abitato del Parco Nazionale e senz’altro uno dei più interessanti dell’Abruzzo e dell’intero mezzogiorno, è chiusa e completamente abbandonata, con conseguenze disastrose sulle strutture e sulla preziosa architettura. Ottenuto il riconoscimento di monumento nazionale ai sensi della Legge 14 marzo 1968 n. 292, l’amministrazione comunale ha avviato una richiesta di finanziamento prima attraverso il Genio Civile, che aveva assicurato il proprio intervento finanziario, e poi, più recentemente, attraverso la Soprintendenza ai monumenti dell’Aquila, che dovrebbe essere interessata al recupero di questa importante struttura. Il Genio Civile non ha più praticamente mantenuto l’impegno assunto (anche se non c’è stata una comunicazione ufficiale di diniego), per cui si spera che sia proprio la Soprintendenza a sostenere adeguatamente l’iniziativa del Comune, nell’ambito del piano in corso di attuazione di completo recupero del centro storico. A questo proposito, si chiede che fine ha fatto la Legge regionale su “Provvidenze regionali per l’incremento del patrimonio ricettivo e per la tutela dei centri storici dei comuni del Parco Nazionale d’Abruzzo” regolarmente approvata dal CR? A quando l’assegnazione dei fondi relativi a partire dal 1976, ai comuni interessati per metterli in condizione di lavorare seriamente? Che non si tratti di una ennesima presa per i fondelli? Il Comune vorrebbe assegnare alla Chiesa una importante funzione dinamica e propulsiva delle attività turistiche e culturali da promuovere nel vecchio tessuto urbanistico anche allo scopo di rivitalizzarlo concretamente (la chiesa potrebbe infatti servire egregiamente, oltre che per funzioni particolari, per museo, mostre, concerti).

 

 

La chiesa di San Nicola è infatti situata nella zona più alta di Civitella, baricentrica al centro storico e con asse orientato a levante, verso il vallone nord-sud. E’ una chiesa del ‘600 a tre navate con torre campanaria alla sinistra dell’abside. La navata principale è lunga diciotto metri circa compresi l’altare e il coro. Le due navate laterali sono più basse e sviluppano una lunghezza di circa dodici metri. La copertura è a botte, marcata da tre archi corrispondenti ai tre pilastri che separano la navata centrale da quelle laterali. La copertura esterna è costituita da un manto in coppi su struttura in legno gravemente degradata. Le infiltrazioni d’acqua hanno provocato e continuano a provocare gravissimi danni agli intonaci, alle eleganti decorazioni barocche in stucchi e modanature e alle tinteggiature. In stato fatiscente sono anche gli infissi e le luci sulla parte alta della chiesa. L’umidità sta praticamente distruggendo l’antico organo di notevolissimo valore e le pregevoli sculture lignee decorate a gesso. L’intervento di restauro da effettuare andrebbe suddiviso in due fasi. La prima, della massima urgenza, riguardante il restauro della vecchia copertura e degli infissi per porre termine all’aggravarsi della degradazione. La seconda, più complessa per la sua specializzazione, concernente il restauro interno. In definitiva, è chiaro che si tratta di un intervento obbligato che tutte le autorità responsabili (il Comune sta facendo tutto quanto possibile e in suo potere) e in primo luogo la Soprintendenza ai Monumenti e la Regione, devono assolutamente attuare se non si vuole che un altro dei nostri preziosi documenti storici vada completamente distrutto, con grave danno per l’intera collettività. Non solo a Civitella Alfedena, quindi, si spera e si è in attesa di un concreto intervento che possa risolvere l’annoso problema.

da “IL TEMPO”, novembre 1978 di Giuseppe Rossi

 

La Chiesa di San Nicola di Bari è del 1605; ha sostituito l’allora “Chiesa Madre” di Santa Maria, in seguito alla distruzione di questa. San Nicola in origine era la cappella privata di un benestante, tale Altobello Di Berardino, che la donò alla cittadinanza insieme a tutti i beni di sua proprietà. La cappella nel tempo venne ingrandita con la costruzione del coro, della sagrestia e del campanile terminato nel 1700. Il suo nome è segno evidente del legame con la terra di Puglia, meta dei pastori transumanti. Internamente in stile Barocco, la Chiesa è divisa in tre navate, l’abside e la navata centrale – lunga circa 18 metri – sono decorati con dipinti ad olio; molto pregiato è il coro ligneo dietro l’altare centrale in marmo e degno di nota è l’organo a canne sopra l’entrata. Risalgono al Settecento i dipinti a tempera della volta raffiguranti Santi ed episodi tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento: S. Paolo sulla via di Damasco, Giuditta e la fantesca, l’Annunciazione, S. Cecilia, S. Nicola Vescovo, l’Assunzione, Sacrificio di Isacco, Nozze di Maria e Giuseppe e S. Pietro in carcere. Gli altari laterali in pietra e marmo intarsiato sono riferibili al Seicento, mentre l’altare maggiore, pure di marmo intarsiato, reca la data 1812. Si conservano inoltre diverse sculture lignee dell’Ottocento e una Madonna detta di Piedigrotta del Settecento. Degna di nota è la pala d’altare dipinta ad olio raffigurante la Deposizione di Cristo dalla Croce, datata al XVII secolo

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 921 articoli
Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

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