Non tutti devono rispettare le condizioni della Fornero per andare in pensione. Con queste eccezioni l’uscita è più semplice.
Gli attuali requisiti anagrafico e contributivo per la pensione di vecchiaia sono quelli imposti dalla Legge Fornero, ossia 67 anni di età e 20 di contribuzione. Per la pensione anticipata ordinaria, invece, sono richiesti almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica.
Molti lavoratori sono stati penalizzati da queste condizioni, ma, per il prossimo anno, c’è chi potrà usufruire del pensionamento anticipato senza dover rispettare le condizioni della Legge Fornero. Chi sono i fortunati?
Tra gli strumenti pensionistici che sono stati cancellati dalla Riforma Fornero, c’è la pensione di anzianità. Prevedeva l’uscita del mondo del lavoro al raggiungimento di almeno 40 anni di età (maturati entro il 2011) e, dunque, assicurava un evidente vantaggio a chi aveva iniziato presto a lavorare.
Oggi le condizioni per la pensione anticipata sono state inasprite perché, come abbiamo anticipato, sono necessari almeno 42 anni e 10 mesi o 41 anni e 10 mesi di contributi, più il rispetto di una finestra di 3 mesi per la decorrenza dell’assegno previdenziale. Ci sono, però, tre strumenti che evitano l’attesa dei presupposti della Legge Fornero.
Il primo è Quota 41 precoci, accessibile con 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età anagrafica. È, però, riservato a coloro che hanno almeno 12 mesi di contribuzione prima del compimento del diciannovesimo anno di età e che rientrano in una delle seguenti categorie: caregivers, invalidi almeno al 74%, disoccupati e addetti a mansioni gravose o usuranti.
Il secondo metodo a disposizione è l’Ape Sociale (confermato anche per il 2026). Anche in questo caso l’accesso è riservato solo ai caregivers, ai disoccupati, agli invalidi al 74% e agli addetti a lavori usuranti o gravosi. È richiedibile se si hanno almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi (36 per gli addetti ai lavori gravosi).
La terza alternativa è la cd. pensione anticipata contributiva. È destinata ai contributivi puri (ossia coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996) che hanno raggiunto almeno 64 anni di età e 20 anni di contribuzione effettiva. C’è, però, un’ulteriore condizione: l’assegno spettante deve essere pari almeno a 3 volte l’Assegno Sociale (ossia 1.616,04 euro al mese). Per le donne con un figlio, tale requisito scende a 2,8 volte, mentre per quelle con due o più figli a 2,6 volte.
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