Entro il 1° dicembre si dovrà pagare la cedolare secca per i contratti di locazione. A quanto ammonta e come si versa?
A breve scadrà il termine per il pagamento della seconda o unica rata della cedolare secca. La scadenza è fissata per il prossimo 30 novembre ma, coincidendo con un giorno festivo, ci sarà tempo fino a lunedì 1° dicembre 2025.
Questa data obbliga tutti i contribuenti che hanno scelto la tassazione sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali sugli affitti. Per il versamento dovrà essere usato il Modello F24, ma come si calcola la somma dovuta? Ecco i dettagli.
L’importo da pagare corrisponde al 100% dell’imposta versata nel 2024. La somma va determinata applicando l’aliquota del 21% al canone di locazione annuo deciso tra le parti; per i contratti a canone concordato, invece, l’aliquota è pari al 10%.
Per gli affitti brevi (ossia quelli di durata inferiore a 30 giorni), l’aliquota è del 21% in caso di unico immobile, oppure del 26% a partire dalla seconda abitazione. La cedolare secca è consentita per gli affitti brevi solo se vengono locati al massimo quattro appartamenti nell’anno di riferimento, altrimenti sarà necessario aprire partita IVA.
Se nell’anno precedente l’imposta è superiore a 51,65 euro, la somma dovuta può essere pagata, entro il 1° dicembre 2025, in un’unica soluzione, se non supera i 257,52 euro, oppure in due rate, se supera tale ammontare. In quest’ultima ipotesi, la prima rata è pari al 40% dell’acconto (e andava versata entro lo scorso 30 giugno), mentre la seconda è del restante 60%. L’acconto non è dovuto se si tratta del primo anno di applicazione del regime fiscale, perché manca una base imponibile per la determinazione del dovuto.
Per pagare di meno, è possibile ricorrere al cd. metodo previsionale. Per il calcolo della cedolare secca, infatti, possono essere utilizzati due metodi: quello storico e quello previsionale. Con il meccanismo storico, la somma è determinata sull’importo dell’anno precedente, mentre con il metodo previsionale si tiene conto dei redditi che il contribuente prevede di conseguire entro l’anno di riferimento. La seconda opzione è preferibile se si è sicuri che il reddito del 2025 possa essere più basso di quello del 2024. Attenzione, però, perché se gli acconti dovessero essere minori rispetto alla quota dovuta, si può incorrere in pesanti sanzioni.
Per pagare il secondo acconto della cedolare secca, bisogna specificare, nel Modello F24, il codice tributo 1841. Per i lavoratori dipendenti con sostituto d’imposta, invece, l’ammontare da versare è trattenuto direttamente in busta paga.
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