Quota 103 il prossimo anno, sì o no? Ecco le ultime indiscrezioni sulla prossima Manovra finanziaria per i futuri pensionati.
Cresce l’attesa per scoprire le sorti di Quota 103. A breve, infatti, tantissimi contribuenti potranno finalmente sapere se potranno continuare a usufruire di tale strumento per accedere alla pensione già con 62 anni di età.

In base alle decisioni dell’Esecutivo, il futuro di numerosi “aspiranti pensionati” potrebbe cambiare da un momento all’altro. Secondo le prime indiscrezioni, sia Quota 103 sia Opzione Donna rischierebbero di non essere rinnovate. In tal caso, come si potrebbe andare in pensione a 62 anni?
Abolizione Quota 103: se possiedi questi requisiti, sei salvo anche per il prossimo anno ma attenzione alle penalizzazioni
Quota 103 richiede il raggiungimento di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di una contributiva di 41 anni. Al momento, sarà possibile beneficiarne sicuramente fino al 31 dicembre 2025. Se non dovesse essere prorogata dalla prossima Legge di Bilancio, già dal 2026 sarebbe abolita.

Attenzione, però, al pari degli altri strumenti di flessibilità in uscita, anche Quota 103 contempla la “cristallizzazione del diritto”. Di conseguenza, chi maturerà i requisiti entro la fine del 2025, potrà andare in pensione con questa misura anche negli anni successivi. In particolare, tale possibilità sarà valida per i nati entro il 1963.
La situazione muterebbe in caso di riconferma di Quota 103. In tale ipotesi, potrebbero beneficiarne anche coloro che matureranno i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2026. Se così fosse, anche i nati nel 1964, che compiranno 62 anni nel 2026, potranno andare in pensione in anticipo, a patto di maturare (sempre entro il 31 dicembre 2026), 41 anni di contribuzione. Moltissimi contribuenti, purtroppo, non riescono a raggiungere tutte le condizioni necessarie per pochissimo; con la proroga della misura, riuscirebbero ad uscire definitivamente dal mondo del lavoro nel 2026.
Pro e contro di Quota 103: a chi conviene e per chi potrebbe essere troppo limitante?
Se confermata, però, Quota 103 continuerebbe ad avere le attuali limitazioni, che di fatto costringono molti contribuenti a rinunciarvi. La misura, infatti, prevede il calcolo dell’assegno spettante con il sistema contributivo puro, con una conseguente penalizzazione in alcuni casi molto rilevante. L’ammontare spettante, poi, non può essere superiore a quattro volte il trattamento minimo INPS (che, per l’anno in corso, è pari a 2.413,60 euro). Chi decide di usufruire di Quota 103, inoltre, non può svolgere alcuna attività lavorativa, tranne il lavoro autonomo occasionale dal quale deriva un reddito non superiore a 5 mila euro annui.





