Doppia esenzione IMU per i coniugi: i requisiti reali per evitare la multa

La doppia esenzione IMU per i coniugi torna al centro dell’attenzione in vista del saldo di dicembre, dopo una serie di ordinanze della Corte di Cassazione che hanno ridefinito i requisiti per accedere al beneficio fiscale.

Le famiglie che possiedono due abitazioni e vivono con residenze separate devono valutare con attenzione la propria posizione, perché solo condizioni precise consentono di evitare il pagamento dell’imposta. La differenza tra residenza anagrafica e semplice dimora abituale continua infatti a generare dubbi, mentre si consolidano le interpretazioni sull’abitazione principale di ciascun coniuge.

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Doppia esenzione IMU per i coniugi: i requisiti reali per evitare la multa (Abruzzo-vivo.it)

Il dibattito ruota attorno ai concetti di “prima casa”, residenza anagrafica, abitazione principale e nucleo familiare, con un intreccio tra norme locali e orientamenti giurisprudenziali che si sono susseguiti nel 2022, nel febbraio 2024 e nell’aprile 2024. Le decisioni della Cassazione hanno chiarito alcuni punti ma lasciato irrisolti scenari reali molto comuni, come il caso dei coniugi che, pur non convivendo, mantengono la stessa residenza anagrafica.

IMU e coniugi con case separate: cosa cambia davvero con le nuove ordinanze

L’Ordinanza n. 9620 del 13 aprile e quella n. 4292 del 19 febbraio hanno chiuso un lungo periodo di incertezza stabilendo che i coniugi che possiedono due abitazioni e risiedono anagraficamente in immobili diversi hanno diritto alla doppia esenzione IMU. La Cassazione ha affermato che l’assenza di coabitazione non preclude il beneficio, purché ciascun coniuge risulti residente nell’immobile che intende qualificare come abitazione principale. In questo quadro ogni contribuente può ottenere l’esenzione sulla propria “prima casa”, senza che la mancata convivenza costituisca un ostacolo.

IMU e coniugi
IMU e coniugi con case separate: cosa cambia davvero con le nuove ordinanze(Abruzzo-vivo.it)

Il criterio della residenza anagrafica viene confermato anche dall’Ordinanza n. 19684 del 17 luglio 2024, che ribadisce come il diritto all’esenzione derivi esclusivamente dall’iscrizione anagrafica presso l’immobile. Il giudice riconosce a ogni coniuge la possibilità di individuare una diversa abitazione principale, purché la residenza risulti effettiva e documentata. Questa lettura si discosta dalla precedente impostazione più rigida applicata da molti Comuni, che negavano la doppia esenzione quando il nucleo familiare risultava formalmente unitario.

L’esenzione IMU si applica solo alle abitazioni principali, cioè agli immobili in cui il contribuente ha fissato la propria residenza anagrafica. La Cassazione conferma che non conta la coabitazione, ma la corrispondenza tra residenza e immobile. Se entrambi i coniugi risiedono in immobili diversi e li considerano abitazioni principali, possono ottenere due esenzioni distinte e prevenire doppi addebiti da parte del Comune.

Questa impostazione valorizza il principio secondo cui la “prima casa” si riferisce al singolo contribuente e non al nucleo familiare inteso in senso unitario. Rimane tuttavia affidata all’autorità locale la gestione dei casi in cui esiste una dimora abituale diversa dalla residenza, situazione per cui potrebbe rendersi necessario un ricorso per ottenere chiarimenti o rimborsi.

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