Bisogna stare molto attenti a cosa mangiamo perché le preoccupazioni sono svariate in merito alle influenze. Ecco cosa sta succedendo nel mondo.
Persino alimentarsi richiede oggi una scienza. Il problema nasce da una serie di contaminazioni e virus che colpiscono gli essere umani e spesso hanno origine animale. Il virus influenzale di ceppo A (orthomyxovirus), si abbatte anche su uccelli domestici o selvatici, così come su mammiferi come i pipistrelli. I sintomi che possono essere lievi oppure gravi con interessamento degli apparati respiratori, digerenti e nervosi e alta mortalità (virus ad alta patogenicità). Il virus può trasmettersi agli umani.

L’influenza aviaria A(H5) ad alta patogenicità (HPAI) è di nuovo su tutti i giornali. Nel Vecchio Continente si sono registrati oltre 1.400 casi in 26 Paesi: un numero quadruplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e il più alto dal 2016. L’influenza aviaria venne annunciata per la prima volta in Piemonte nel 1878. Nel 1901 se ne attribuì la causa a un virus, che nel 1955 è stato ascritto al “tipo A influenzale”.
Le ali degli uccelli selvatici sono portatrici di diverse malattie. Il virus si è diffuso così, facendo scoppiare dei focolai con una elevata mortalità anche in uccelli come le gru per esempio in Germania, Francia e Spagna. Ad ammetterlo è l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che sottolinea come il 99% dei casi ad alta patogenicità sia stata causata da virus A(H5N1), soprattutto di un nuovo ceppo già segnalato e in rapida espansione in direzione Est-Ovest.
Torna l’emergenza aviaria
Le raccomandazioni di EFSA sono chiare: chi si occupa di pollame domestico e di gestione di uccelli selvatici e ai soggetti che sono a contatto con i mammiferi c’è il rischio di contrarre l’influenza aviaria. Occorre conservare un elevato livello di biosicurezza negli allevamenti, sia durante la produzione che durante l’abbattimento.

Effettuare ordinanze di confinamento dei volatili domestici nelle zone in cui si è confermata la presenza di HPAI negli uccelli selvatici o dove si sono verificati episodi di mortalità di massa. Rafforzare la sorveglianza dei volatili domestica. Aumentare la sorveglianza degli uccelli selvatici su zone umide e siti di sosta migratoria all’interno e all’esterno dell’Europa. Includere i centri di soccorso o di riabilitazione della fauna selvatica nella sorveglianza, e garantirne un’adeguata biosicurezza. Preoccupa il pipistrello peruviano e vi terremo aggiornati.





