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Il CORFINIO Barattucci

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L’inventore, nonché “l’alchimista” Giulio Barattucci nasce nel 1834 a Guilmi, piccolo comune della provincia di Chieti. Fin da giovanissimo si dedicò allo studio delle erbe officinali, raccolte sulle montagne abruzzesi della Maiella; questa passione si tramandava da una antica tradizione familiare. Appena ventiquattrenne si trasferì a Chieti, e dopo innumerevoli tentativi, ed utilizzando ben 42 tra erbe, semi e radici, in vari ed appropriati dosaggi, ed attraverso l’alchimia dei suoi alambicchi, seppe estrarre un bouquet di odori e sapori: il CORFINIO. Così nacque il CORFINIO Barattucci, un liquore di 39° distillato di erbe, semi e radici, e colorato con lo Zafferano Abruzzese, per dare allo stesso, il colore del sole.

Il CORFINIO ha in sé le qualità che Gabriele D’Annunzio attribuì alle genti d’Abruzzo: forte e gentile. Il nome, dato a questo profumatissimo liquore, proviene, da una piccola località dell’Abruzzo in provincia dell’Aquila, ricca di tradizioni e storia, che fu la Capitale della Lega Italica contro Roma, nel V° secolo A.C.: CORFINIUM. Giulio Barattucci , brevettò l’aureo liquore nel 1858, ed a questa specialità, ne seguirono altre, come l’AMARO MAJELLA, l’ATERNUM, ed il CENTERBA. La sua personalità creativa e geniale, gli consentì di essere accolto amichevolmente nel Cenacolo Artistico Abruzzese, composto da: Gabriele d’Annunzio, Benedetto Croce, Francesco Paolo Tosti, Costantino Barbella, e da Francesco Paolo Michetti. E’ infatti, proprio quest’ultimo l’ideatore e il disegnatore delle Anfore in terracotta, vagamente ellenico-etrusche tutte istoriate di flessuose figure in peplo, altocinte, avrebbe detto il divino Gabriele d’Annunzio e per una leggera concessione alla modernità, alle stravaganze del gusto decadente, apparvero anche snelli leopardi a stento tenuti al guinzaglio da stupende femmine ammaliatrici. Alla sapienza, dell’erborista Giulio Barattucci , si unì la lungimiranza dell’imprenditore, si rivelò geniale anche nel lancio pubblicitario dei suoi prodotti, che vennero reclamizzati contemporaneamente nelle più grandi città italiane.

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Tant’è che per destare la curiosità della gente fece affiggere gruppi di manifesti pubblicitari, 3 capovolti ed 1 nel verso giusto. Durante le festività più importanti si serviva di uomini-sandwich che passeggiando tra la folla pubblicizzavano il liquore CORFINIO. Occupò intere pagine di quotidiani dell’epoca con la pubblicità (ricordiamoci che siamo nella metà del 1800). Aprì a Napoli nell’attuale Via Roma (a quei tempi Via Toledo) un piccolo caffè, per la vendita dei suoi prodotti. Il locale fu affrescato dall’amico Francesco Paolo Michetti con i soggetti riprodotti sull’Anfora Ellenico-Etrusca, ottenendo un effetto così estremamente piacevole, tanto da essere conosciuto dai napoletani, come la “BOMBONIERA DI TOLEDO”. Giulio Barattucci arrivò a realizzare ben tre Distillerie di Liquori a Chieti, Pescara, e Napoli, e a mettere al mondo, con due mogli, ben 18 figli. Tutti i maschi li chiamò con i nomi che iniziavano con la lettera A, e le femmine con la lettera E. Sotto il Regno di Vittorio Emanuele II divenne “Fornitore della Real Casa” ed ancora oggi sull’etichetta si trova il simbolo avuto allora. Partecipò ad importanti esposizioni internazionali come quelle di Parigi, Londra, Bruxelles, ricevendo ambiti premi e medaglie, che purtroppo sono andati distrutti durante un bombardamento della II Guerra Mondiale, unitamente ad attestazioni e ricordi di Gabriele D’Annunzio, Francesco Paolo Michetti e degli altri artisti del Cenacolo Abruzzese. Giulio Barattucci lasciò in eredità le sue formule di preparazione delle erbe e della distillazione ai figli maschi, ma soltanto Alceo continuò l’attività e per oltre secolo, il liquore CORFINIO venne distillato con gli stessi procedimenti in un industria che divenne sempre più importante, grazie all’impegno dei discendenti, i figli Attilio ed Emilio, i quali imprimendo un notevole sviluppo, riuscirono a far conoscere i prodotti BARATTUCCI oltre i confini nazionali: in Spagna, in America ed in Australia. Ricordiamo che la Ditta Giulio Barattucci fu la prima Distilleria d’Abruzzo con “TRASFORMAZIONE A CALDO” e ad avere la Licenza UTIF n° 1. Il primo stabilimento di liquori, sito a Chieti in Via Gaetani d’Aragona, (dove ancor oggi è sito l’Istituto Tecnico Industriale “Luigi di Savoia”), fu distrutto nel 1925 da un violento incendio che durò per tre giorni e tre notti e che portò alla paralisi della produzione dei liquori Barattucci in quanto la Distilleria non era coperta dall’assicurazione.

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Successivamente lo stabilimento, fu costruito ex novo a poche centinaia di metri dal vecchio opificio, in via Ferri dove la caparbietà di Attilio, insieme alla moglie Vittoria unitamente alle figlie Adriana ed Anna, riportarono in auge il liquore CORFINIO ed altre specialità. Successivamente, data la crisi dei liquori dolci e da nuove strategie di mercato nonchè da lutti familiari, nel 1984 la Distilleria Giulio Barattucci, chiuse i battenti. Il 4 ottobre 1988 dopo 14 anni di assenza dal mercato il liquore CORFINIO viene riproposto e reinserito in campo nazionale da FAUSTO NAPOLI BARATTUCCI (figlio di Anna) giovane imprenditore, detentore dei marchi di fabbrica, dei Brevetti e della formula segreta, il quale con l’amore e la passione che furono dei suoi avi, ancora oggi (come da oltre 150 anni) produce e commercializza il CORFINIO “IL LIQUORE CHE RACCHIUDE IL PROFUMO ED IL GUSTO DELLA FORTE TERRA D’ABRUZZO“.

Tratto da http://www.corfiniobarattucci.com

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 922 articoli
Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

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