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Eremo di Frattagrande a Pretara

 

L’Eremo di Frattagrande di Pretara (Teramo) ha un aspetto di una comune costruzione a fini abitativi e tutto ciò che esteriormente ne richiama l’antica funzione è oggi una grande croce lignea che si trova al suo esterno, davanti alla grotta detta di Frattagrande. Il modesto edificio, conosciuto più comunemente come Eremo di Fra’ Nicola, si appoggia ad una parete di roccia lungo la strada che da Isola del Gran Sasso sale parallelamente al torrente Ruzzo verso la frazione di Pretara. In questa chiesetta da lui stesso costruita qualche anno prima del 1856 Fra’ Nicola, appunto, l’ultimo eremita del Gran Sasso (morto nel 1886), decise di vivere i suoi giorni nella più profonda meditazione. Dalla strada occorre salire pochi gradini per raggiungere il piano terra dell’edificio, dove sono ubicati una chiesetta e due piccoli vani, da uno dei quali parte la scala che porta al piano superiore. Dietro l’altare vengono ancora conservati i resti degli scenari e delle statuine del presepe costruiti pazientemente da Fra’ Nicola.

 

 

 

Questi era nato a Picciano (Pescara) nel 1803 e a 22 anni, nel 1825, abbandonò la vita agiata che la famiglia benestante gli offriva per scegliere la vita da eremita stabilendosi a Frattagrande, a poca distanza dai ruderi del Castello dei Conti di Pagliara. Gli fu assegnata la cura di quattro chiese, tutte alle pendici dell’imponente vetta del Gran Sasso: quella di San Nicola, non distante dal centro abitato di Casale San Nicola, quella di Santa Colomba, quasi sulla vetta del Monte Infornace (m.1234), quella di Santa Maria di Pagliara, annessa al Castello di Pagliara, ed infine quella di San Cassiano, nei pressi di Cesa di Francia. Morì il 23 febbraio 1886 e le sue spoglie furono tumulate nella chiesetta, precisamente sotto l’organo, anche questo di sua costruzione. Dieci anni dopo, con un solenne rito le spoglie dell’Eremita furono esumate e traslate nella Chiesa parrocchiale di Pretara.

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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