Onna, quasi l’epicentro del devastante terremoto che nel 2009 ha colpito l’abruzzo. Un piccolo paese sulla SS 17 attraversata dalla faglia assassina. Una comunità che ha visto le sue cose e la sua centenaria storia dissolversi in pochi minuti. Onna, il simbolo di quella immane tragedia che ha spazzato via tutto. L’opera di ricostruzione si è protratta per anni attraverso l’operosità degli abruzzesi, duri e gentili. Ma anche altri hanno contribuito, in parte, ha fare in modo che quella secolare realtà non morisse.
Da un estratto de La Repubblica:
Insomma un’altra occasione persa. Questa, come altre situazioni, hanno fissato la cifra dell’interesse verso questa meravigliosa terra più volte sfregiata da eventi naturali distruttivi. Il pensiero, inevitabilmente, torna a quelle ‘roboanti’ frasi delle massime autorità le quali dichiararono, come per ogni sventura, “nessuno sarà lasciato solo”. L’eco di queste bestemmie si propaga per tutto il cratere sismico. Ancora grazie a chi rideva mentre centinaia di persone morivano.
Il reportage del 2012 a Onna parla ancora più chiaro. Guardalo
Queste le immagine della Basilica di San Pietro Apostolo
Marco Maccaroni
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