Pretoro, borgo del legno

pretoro

 

Pretoro è un caratteristico borgo che sorge su di uno sperone roccioso della Majella. Il paese, le cui case  sembrano scolpite nella roccia della montagna e appaiono quasi incollate tra di loro, separate solo dagli stretti e caratteristici vicoli, domina un territorio di incomparabile bellezza naturalistica. Le origini del paese si possono far risalire al periodo italico (VI-V sec. a.C.). Il nome “Pretoro” o “Preturo” deriverebbe dal nome “Praetorium” , punto di vigilapretoro1nza del passaggio nella vallata in cui avevano insediamenti i Peligni e i Frentani. Il vecchio borgo medioevale è sorto intorno al 1600 dopo la distruzione del Castello di Pretoro, arroccato sull’estremità della roccia e denominato “Castrum Pretorii de Theti“. Pretoro è località nota ed apprezzata, con buona ricettività alberghiera e tante opportunità nel periodo estivo ed invernale. Fa parte del Parco Nazionale della Majella e, nel suo territorio, vi è l’area faunistica del lupo. In estate rappresenta un luogo ideale per vacanze – natura, con proposte interessanti. L’istituzione del Centro San Domenico per la divulgazione degli aspetti culturali e naturali sul lupo, i serpenti e la storia di Pretoro, nella chiesa sconsacrata del Purgatorio nel cuore del tessuto antico del paese, è una opportunità in più per la visita del borgo. Nella località è fiorente  l’artigianato del legno, specializzato in particolare nella costruzione dei fusi per la lavorazione della lana ed oggettistica varia. E’ anche nota come stazione sciistica; vi si trovano, infatti, gli impianti di Passolanciano e della Majelletta. Il comprensorio Passolanciano/Majelletta è attrezzato per ospitare  un consistente numero di visitatori in tutti i periodi dell’anno. Recente è il suo ingresso nell’esclusivo Club dei “Borghi più belli d’Italia“.

 

La festa di San Domenico

La festa dedicata a San Domenico, che dai tempi remoti viene celebrata la prima domenica del mese di Maggio . La festa inizia la mattina con il rito religioso dedicato al Santo. Al termine della celebrazione ha luogo la processione dei serpari; la credenza popolare attribuisce al Santo la peculiarità di proteggere dalpretoro3 morso dei serpenti e dei cani rabbiosi. I serpenti, catturati dai ragazzi di Pretoro nei mesi precedenti, vengono portati in processione dietro la statua del santo e al termine della processione vengono premiati i serpari che hanno catturato i serpenti più lunghi e più belli. A mezzogiorno, al rientro della processione, in località Valle di S. Domenico, ai margini del bosco, si svolge la sacra rappresentazione “San Domenico ed il lupo“. Il dramma, nella sapiente messa in scena ideata e narrata dal poeta dialettale Raffaele Fraticelli, ripropone la vicenda tramandata ormai da secoli e secoli del bambino rapito da un lupo mentre i genitori sono nel bosco a far legna. San Domenico, mosso dalle accorate preghiere dei genitori, interviene e ammansisce il lupo facendo sì che lui stesso riporti a casa il piccino. Il miracolo allora può compiersi: un suono di campane ne diffonde la notizia per valli e vette, fino al Monte Amaro. Secondo la tradizione, gli attori che danno vita alla rappresentazione sono tutti uomini e il bambino è l’ultimo nato maschio del paese. Il «lupo»è interpretato da un uomo che si muove carponi ricoperto da una autentica pelle di lupo, con un copricapo in cartapesta e pelle.

 

A riguardo Marco Maccaroni 734 articoli
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