Le meraviglie faunistiche del Parco Nazionale d’Abruzzo

camoscio

 

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise rappresenta una delle rare zone dell’Europa Occidentale dove, nelle vaste foreste di faggio che ammantano i monti o nelle alte praterie rupestri, è ancora possibile imbattersi in animali come l’Orso marsicano, il Camoscio d’Abruzzo, il Lupo, il Cervo, il Capriolo e l’Aquila reale

L’avvistamento degli animali selvatici nel Parco non è un evento raro, ma per avere maggiori possibilità e per non disturbare gli animali stessi vi consigliamo di aderire alle escursioni organizzate.

L’animale più famoso, simbolo stesso del Parco è l’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus). Inconfondibile per le sue dimensioni, il suo peso può superare i due quintali, è un animale dal comportamento pigro, solitario e tranquillo; prevalentemente onnivoro si adatta a ciò che offrono l’ambiente e le diverse stagioni: frutta, bacche, erba, insetti, miele, piante, radici, carogne. L’orso vive nelle foreste ma frequenta anche le praterie di alta quota al limite del bosco. Non risulta molto facile l’avvistamento mentre è sicuramente più semplice incontrare i segni della sua presenza, come le caratteristiche orme ben evidenti sul fango o sulla neve, oppure le grosse pietre rivoltate che l’orso sposta per mangiare gli insetti che vi abitano sotto. Nessun altro orso bruno sembra comunque essere così tollerante e pacifico nei confronti dell’uomo, come il marsicano.
Tra la fauna del Parco il secondo posto per importanza spetta al Camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata). Presente nel Parco con circa 700 esemplari, il camoscio d’Abruzzo sta tornando a colonizzare i luoghi dove un tempo viveva indisturbato: se vi capita l’occasione di osservarne qualche esemplare, fatelo nel più assoluto silenzio per non disturbarlo e costringerlo a fuggire. Nell’osservazione vi accorgerete che le corna, eccezionalmente sviluppate, il bel colore invernale del mantello e altre caratteristiche meno evidenti differenziano questo camoscio da tutti gli altri. Il camoscio d’Abruzzo è un erbivoro, prevalentemente legato alle praterie di altitudine, ma in inverno quando la neve è abbondante scende più a valle nel bosco. Al Parco è presente sui monti della Camosciara, sul Monte Meta, sulle Mainarde, sul Monte Amaro, sul Monte Marsicano e sulle montagne che circondano la Val Canneto.

Altra specie importante, seppur non esclusiva del Parco è il Lupo appenninico (Canis lupus), uno degli animali più perseguitati e gravemente minacciati di estinzione. Può vivere isolato o in piccoli branchi, gerarchicamente organizzati, si sposta continuamente mostrando grande vigore, abilità e sagacia tanto nello sfuggire all’insidie quanto nel ricercare le prede che sono in prevalenza piccoli animali, nella stagione mite, e soprattutto ungulati durante l’inverno. Il lupo è un animale difficile da caprioloavvistare: di abitudine prevalentemente notturna, durante il giorno si rifugia nei luoghi più selvaggi ed inaccessibili del Parco. I segni di presenza più facili da riscontrare sul territorio sono le orme molto simili a quelle di un grosso cane, ma disposte su un’unica fila e gli escrementi pieni di peli. Agli inizi degli anni ’70 venne effettuata la reintroduzione di Cervi (Cervus elaphus hippelaphus) e Caprioli (Capreolus capreolus) quasi completamente scomparsi nel territorio del Parco. Gli animali utilizzati per la reintroduzione erano di provenienza alpina. La scelta diede luogo a notevoli discussioni, sulle differenze genetiche delle popolazioni appenniniche rispetto a quelle alpine, tuttavia il Parco decise di considerare prevalente l’esigenza di ripristinare la completezza dell’ecosistema, l’equilibrio ecologico e la capacità endogena dell’ambiente di autosostentarsi. Questi due erbivori prediligono boschi con radure ed arbusti. I maschi di entrambe le specie sono provvisti di palchi che annualmente perdono. Tipico è il bramito del maschio del cervo che nel periodo degli amori (settembre-ottobre) si sente echeggiare in tutte le valli del Parco. Non è difficile osservare cervi al pascolo nelle ore meno assolate della giornata, mentre è più difficile incontrare i caprioli. Con attente osservazioni durante le vostre escursioni potreste trovare i loro segni di presenza; infatti sia il cervo che il capriolo lasciano evidenti scortecciature su giovani alberi sfregando i propri palchi, ovviamente ad altezze diverse.
La Lince (Linx linx) è un animale misterioso forse presente nel Parco nelle zone più selvagge ed impervie. Le caratteristiche peculiari di questo felino sono: orecchie dritte con ciuffi di peli neri e la coda corta con la punta nera. La lince è un animale solitario e territoriale, caccia le proprie prede
lupo all’agguato e all’avvicinamento, prediligendo lepri, volpi, e cuccioli di cervo e capriolo oltre a topi, altri piccoli roditori, uccelli ed invertebrati. Generalmente silenziosa, è possibile ascoltare il suo caratteristico richiamo lamentoso nella stagione degli amori che va da febbraio a marzo. Come tutti i felini, inoltre, è un animale elusivo estremamente difficile da osservare: il suo passaggio può essere segnalato da peli lasciati su tronchi e rocce, unghiate su alberi e grandi rami, nonchè dalle caratteristiche orme tondeggianti senza segni di unghie.

Queste sono probabilmente le specie di mammiferi più importanti, ma meritano di essere ricordati anche altri animali ormai sempre più rari. Anzitutto la Lontra (Lutra lutra) ben nascosta nei recessi più tranquilli di fiumi, laghi e torrenti, il Gatto selvatico (Felis silvestris) più frequente e diffuso di quanto si pensi anche se piuttosto raro da incontrare, la Martora (Martes martes) strettamente confinata nelle foreste secolari, la Faina (Martes foina), la Puzzola (Mustela putorius), la Donnola (Mustela nivalis) e il Tasso (Meles meles) diffuso dai campi coltivati fino alle praterie di altitudine.
Molto frequente ovunque è naturalmente la Volpe (Vulpes vulpes toschii) appartenente ad una particolare razza appenninica. Alcune specie di roditori sono più che diffuse: il Ghiro (Myoxuis glis), il Moscardino (Muscardinus avellanarius), l’Arvicola delle nevi (Chyonomis nivalis), il Riccio (Erinaceus europeaus), lo Scoiattolo meridionale (Sciurus vulgaris meridionalis), ben diverso dagli esemplari alpini per la colorazione assai scura e la taglia più robusta, e l’Istrice (Hystrix cristata), che risulta ormai scomparso dal Parco, ma esiste ancora sulle pendici più basse delle montagne abruzzesi e probabilmente in alcune zone del Lazio e del Molise non lontane dal Parco stesso.

aquila-realeNumerose sono le specie di uccelli, tra cui il posto d’onore spetta all’Aquila reale (Aquila chrysaetos), abitatrice tipica delle creste di montagna più alte ed inaccessibili. Presente con due o tre coppie e di facile avvistamento mentre sorvola creste, valli e vette alla ricerca di prede, rappresentate non solo da piccoli mammiferi o uccelli, ma anche da giovani camosci più deboli ed ammalati che soccombono alla dura legge della selezione naturale.
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è stato il primo parco nazionale europeo, e uno dei primi al mondo, a disciplinare e controllare, oltreché sviluppare, anche la ricerca e la raccolta entomologica; cura da tempo, tra i propri filoni prioritari di attività e di indagine, anche lo studio degli insetti, nella convinzione che questi piccoli e trascurati esseri viventi giochino un ruolo fondamentale nell’equilibrio ecologico, nella conoscenza della realtà biogeografica, e nella testimonianza della “biodiversità” – vale a dire della ricchezza e varietà della vita sulla terra – e meritino di essere considerati e conservati con assai maggior impegno che non in passato.

Credits: wildlifeadventures.it – parcoabruzzo.it

 

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Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

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