Gli Ucraini in abruzzo “non lasciateci soli”

 

Questa mattina si sono riuniti in preghiera, a Pescara, in chiesa con il parroco don Dimitri dove la Guardia di Finanza ha portato la propria donazione. In Abruzzo sono 4.000 circa i cittadini ucraini, quasi 1.000 nella sola Pescara. Tante le testimonianze tra dolore e lacrime per chi ha lasciato in Ucraina i propri cari

Nella Chiesa greco-cattolica di rito bizantino del Santissimo Sacramento per l’Adorazione dì via dei Bastioni, il Comandante delle Fiamme Gialle di Pescara colonnello Antonio Capito, con un’aliquota di finanzieri e una folta rappresentanza ucraina che vive a Pescara, ha organizzato un momento di solidarietà con il popolo ucraino, raccogliendo, tra i militari del Comando di Pescara, beni di prima necessità e fondi da consegnare oggi stesso al parroco ucraino Don Dimitri. All’evento di questa mattina hanno partecipato anche cittadini dì nazionalità russa come occasione di unione.

È una guerra che va avanti da 8 anni – dice Olga – possibile che se ne siano accorti solo ora?”. Un’altra signora ucraina bacchetta l’occidente reo di aver venduto armi “ad un dittatore che non ci sta con la testa” taglia corto. Irina ha lasciato lì figli e nipoti, le sirene, le bombe, i morti in piena città. Una catastrofe che il mondo non può ignorare. “Il mio nipotino sente le sirene e piange”, dice. Intanto accanto alla comunità ucraina si schierano tanti abruzzesi, associazioni, lo stesso Consiglio Regionale. C’è bisogno di tutto in quel Paese allo stremo, medicine e generi di prima necessità che in tanti, anche nella nostra regione, stanno portando alle varie associazioni per poi farli partire per l’Ucraina.

La Asl dell’Aquila, intanto, si sta organizzando per accogliere i profughi dall’Ucraina

Ieri una decina di persone sono state ospitate in case private nel comune di Tagliacozzo, in accordo con il sindaco e una quindicina di persone a Fagnano Alto dove il primo cittadino, Francesco D’Amore, ha aperto i moduli abitativi provvisori che erano stati costruiti dopo il terremoto del 2009 dell’Aquila. Queste persone devono rispettare cinque giorni di quarantena per il covid. In seno all’azienda sanitaria si sta attivando una rete di assistenza per verificare le condizioni di salute e fornire assistenza e per effettuare tamponi ed eventualmente vaccini anti Covid. “Ci aspettiamo un flusso di cittadini che fuggono dalla guerra e ci stiamo organizzando per l’assistenza insieme alle altre istituzioni, prima fra tutte la prefettura” spiegano fonti interne alla Asl guidata dal direttore generale, Ferdinando Romano.

“Ci servono armi e giubbotti anti proiettile”. E’ questa la richiesta che si sono sentiti recapitare per telefono alcuni imprenditori e rappresentanti istituzionali abruzzesi da parte di amici e conoscenti che in Ucraina

 

 

Non viveri o medicine, quindi, ma gli strumenti per organizzare la resistenza dopo l’attacco della Russia da parte dei civili. Le istanze, naturalmente, non possono essere soddisfatte trattandosi di privati cittadini e istituzioni pubbliche. “Siamo rimasti frastornati, direi sconvolti, da quanto ci è stato chiesto – spiega un imprenditore – Sono richieste che vengono da persone che fino a qualche giorno fa vivevano in città e territori tranquilli, praticamente europei. Tutto questo ci deve far riflettere sulla portata e le conseguenze di questa assurda guerra che è arrivata a casa nostra”.

di Barbara Orsini – Rete 8

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Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

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