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L’Osservatorio Astronomico di Collurania

Il Teramo Normale Telescope (TNT) ha una apertura effettiva di 72 cm per lo specchio primario

L’Osservatorio di Teramo fu fondato dall’astronomo teramano Vincenzo Cerulli come osservatorio privato. La Specola di Collurania, come il Cerulli chiamò l’osservatorio, divenne operativa nel 1893 ed era dotata per l’epoca di una strumentazione completa. Il principale strumento era l’equatoriale Cooke di 40 centimetri di apertura, il secondo telescopio per grandezza in Italia. Con questo strumento il Cerulli compì in occasione delle opposizioni del 1894 e 1896 le osservazioni del pianeta Marte che lo portarono a negare la realtà fisica dei canali di Schiaparelli, interpretati come illusioni ottiche. Il Cerulli fu uno dei principali protagonisti della ricerca astronomica italiana del primo Novecento, fu a lungo presidente della Società Astronomica Italiana e del Comitato Astronomico Nazionale ed impegnato in molteplici incarichi che lo tenevano lontano dal suo Osservatorio; pertanto, al fine di preservarne le funzioni, lo donò allo Stato italiano nel 1917. Fra gli osservatori astronomici statali, quello di Teramo risulta dunque essere dal punto di vista storico uno dei più recenti osservatori istituti.

La documentazione archivistica conservata presso l’Osservatorio è di scarsa entità; i documenti più antichi risalgono al 1890, mentre la documentazione più recente risale ai primi anni sessanta del Novecento. L’esiguità del fondo si spiega sia con la breve storia dell’Osservatorio, se confrontata a quella di istituzioni simili, sia con il fatto che la dotazione di personale scientifico era ridotta in pratica al solo direttore con saltuaria presenza di un assistente, situazione che si è protratta fino agli anni settanta del Novecento. Manca la documentazione di carattere amministrativo relativa alla gestione dell’Osservatorio.

Molta scarsa è la documentazione attribuibile a Vincenzo Cerulli, probabilmente perché conservata nelle sue residenze private.
La documentazione più cospicua e meglio conservata è quella relativa alla attività di Mentore Maggini che operò a Teramo fra il 1926 e il 1941, anno della sua morte. Il Maggini fu un pioniere in Italia nella applicazione della fotometria fotoelettrica e la relativa documentazione è sicuramente la parte più preziosa del fondo dal punto di vista storico. Vi è traccia di un primo riordino delle carte del Maggini, probabilmente fatto da Giovanni Peisino che gli successe nella direzione dell’Osservatorio, riordino peraltro compromesso da successivi rimaneggiamenti.

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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