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San Pasquale Baylón patrono di Bisenti

Stando alla lapide apposta sulla facciata della chiesa parrocchiale che definisce Santa Maria degli angeli “Patronae merite nuncupateae” il patronato municipale di Bisenti a San Pasquale Baylón, anche tenendo presente un culto sviluppatosi precedentemente, deve essere ascritto dopo il 1798, anno in cui la chiesa parrocchiale fu riaperta al culto.

La fondazione si fa risalire ai Cassinesi del monastero di San Salvatore a Castelli, ai quali nel 1085 Trasmondo III conte di Chieti e la moglie Gisela donarono il Castello di Bisenti ubicato nella contea vestina.
Intorno alla costruzione si sviluppò la leggenda del ritrovamento miracoloso sulle sponde del fiume di una statua della Madonna a cui subito il popolo indirizzò la sua devozione, ma dell’antica pieve non resta che la memoria documentale poiché l’edificio, rimaneggiato più volte, oggi appare complessivamente nelle eleganti forme dategli nel 1776 da Giovanni Fontana, architetto di Penne, tra i più celebrati del suo tempo, che attuò il progetto ideato anni prima da Francesco De Sio.

Il prospetto, di ascendenza borrominiana, presenta i lati inflessi rispetto allo spazio centrale delimitato da un doppio ordine di lesene che, partendo dall’ampia riquadratura che funge da basa-mento, portano all’apice una coronamento mistilineo. Bipartito da una cornice aggettante, che prosegue lungo le muraglie laterali, si conclude con un timpano semi circolare a sesto ribassato, in mezzo al quale è stato collocato l’orologio le cui campane sono poste su un fastigio apicale di ferro battuto, terminante con una croce.
Un finestrone rettangolare, ornato ugualmente da un motivo curvilineo, si apre sul registro superiore, mentre in quello inferiore insiste uno slanciato portale d’ingresso a terminazione piana, con gli stipiti delineati da due lesene con capitelli corinzi sopra i quali si apre una linea archivoltata ormata da una lapide con iscrizione dettata dall’allora abate don Giovanni Calò da Roccaraso che ricorda la dedicazione e l’anno della ristrutturazione.

In fondo alla muraglia sinistra, all’altezza absidale, è posta l’alta torre campanaria, divisa in tre ordini da un marcapiano e coperta da una cuspide barocca.
Su uno dei lati porta una apertura circolare rifnita da una cornice rinascimentale scolpita a motivi floreali e nella cella, alleggerita da monofore, tre campane che accompagnano con varie suonate, secondo una antica tradizione, i momenti più importanti sia religiosi che civili della comunità. L’aula, di ampie dimensioni, la cui forma ellittica è accentuata dall’abside a calotta semi circolare, si presenta divisa in campate da pronunciate lesene. Percorsa nella parte superiore da una composita cornice aggettante, è sontuosamente tardo barocca con copertura a volte lunettate. Gli stucchi di ornamento e la statuaria posta tra le cappelle laterali (figure di Profeti e allegoria delle Virtù cardinali) sono opera di Alessandro Terzani da Luino, mentre gli affreschi che, tra una elegante decorazione fitomorfa, ornano le tre specchiature della volta centrale (Ester ed Assuero, Mosè fa sgorgare l’acqua dalla roccia ed Eliodoro cacciato dal tempio) sono attribuiti agli aiuti abruzzesi di Giacinto Diano ed in particolare a Giovannangelo Ronzi da Penne, tra i suoi allievi migliori, che firma anche le tele degli altari laterali.

In una nicchia, a sinistra del presbiterio è esposta la Madonna adorante, a cui è rivolta una sentita devozione popolare il 2 agosto con una solenne processione che prevede anche l’offerta dei donativi cereali. Si tratta di una terracotta policroma, databile alla prima metà del secolo XVI, attribuita dai più a Giovan Francesco Gagliardelli e raffigurante una Maternità di tipo abruzzese (l’opera però attualmente è priva del Bambino che le riposava in posizione supina in grembo) seduta su un basso trono con i braccioli rifiniti da due protomi.

Oltre ai sei fastosi altari laterali sono da citare gli ovali di vario soggetto religioso che ornano le pareti, un pulpito ligneo riccamente scolpito posto sul presbiterio per la lettura liturgica del Vangelo, e il nuovo organo in contro facciata. Dal 1999 sono stati traslati sotto la mensa di un altare laterale i resti del servo di Dio Pasqualino Canzii (1915–1930), un giovane seminarista di Bisenti per il quale è aperto il processo di beatificazione

 

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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