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Amalia Sperandio, fotografa e artista entrata nella leggenda

 

Amalia Sperandio (Corfù, 1855 – L’Aquila, 1948), è una personalità eclettica, una pioniera della fotografia. Donna tenace e dotata di raffinata sensibilità, vissuta a cavallo di due secoli, riuscì a trasformare la sua passione in arte e l’arte in mestiere. Un singolare personaggio femminile che in un tempo caratterizzato dai conformismi sociali ha saputo vincere i pregiudizi e precorrere i tempi, cimentandosi magistralmente nell’attività fotografica, all’epoca d’esclusiva pertinenza maschile. Dunque, una vera antesignana dell’emancipazione femminile, nell’arte e nel costume.

E’ interessante scoprire, infatti, come il talento della Sperandio sia nato dalle molte difficoltà che la vita non le ha risparmiato dopo la morte del padre, a Napoli, che con l’attività di libraio aveva permesso ad Amalia di frequentare ambienti raffinati della colta società partenopea e d’intraprendere studi letterari e musicali. Le disavventure della vita la riportarono all’Aquila, a Preturo, paese d’origine della famiglia, insieme alla madre ormai anziana, quasi prive ambedue di mezzi di sostentamento. Alla fine dell’800 la miseria e l’isolamento trasformarono Amalia nei modi, senza intaccare la sua sensibilità. La famiglia Leosini, antica stirpe aquilana, legatasi a lei da affettuosa amicizia, le offrì ospitalità.

Con la sua voglia d’emozionare e il gusto di catturare immagini, Amalia affinò le competenze tecniche dello sviluppo e della stampa fino a pubblicare, con le sue foto, cartoline dell’Aquila e dintorni, con senso artistico e perfezione fotografica. Voleva emozionare, documentando un territorio di cui aveva già intuito la valenza e la suggestione per essere raccontato, guardato e promosso. Una volta migliorate le sue condizioni economiche, Amalia Sperandio riuscì a sperimentare nuovi processi, come il colore con le lastre Autocrome Lumiere. Divenne, inoltre, fotografa ufficiale delle famiglie nobili aquilane, soprattutto dei marchesi Dragonetti de Torres, della quale famiglia ha lasciato una messe di immagini nei palazzi gentilizi cittadini e nelle belle dimore esterne, come la splendida Villa Dragonetti a Paganica

 

 

La vita di Amalia Sperandio sembra tratta da un romanzo. E’ difficile, quasi impossibile, immaginare questa donna agli inizi del ’900 girare per il centro storico dell’Aquila, entrare nei palazzi, nei cortili, viaggiare in tutto il comprensorio aquilano, un territorio bellissimo, ma impervio ed allora difficilmente raggiungibile collocato tra le montagne più alte degli appennini. Una pioniera della fotografia, un’antesignana dell’emancipazione femminile. E’ difficile immaginare questa fotografa, quasi incredibile. Spesso da sola, con una ingombrante e pesante attrezzatura fotografica si spostava spesso a doro di mulo. Eppure Amalia Sperandio è realmente esistita, e la sua attuale conoscenza si deve a circostanze altrettanto incredibili ed affascinanti.

Alcuni attivisti del Gruppo Aquilano di Azione Civica “Jemo ’nnanzi” (andiamo avanti) – sorto dopo il terremoto come “reazione ” all’evento del 6 aprile 2009 – collezionano cartoline d’epoca aquilane e, tra queste, vi sono gli scatti di Amalia Sperandio sulla città e sul suo centro storico tra i più belli ed estesi d’Italia. Questa donna straordinaria, infatti, non si limitava solo a scattare foto, ma le faceva stampare apponendovi il suo nome e vendendole come cartoline : un’antesignana della comunicazione. Così, come tanti “messaggi dentro una bottiglia”, affidati alla sorte ed alla passione, questi scatti sono giunti attraverso un secolo nelle mani di persone sensibili che li hanno gelosamente custoditi e conservati. Mettendo insieme tutte queste cartoline fotografiche, grazie all’apporto anche di altri collezionisti, è nata l’idea di realizzare una pubblicazione che donasse al “grande pubblico” lo straordinario talento di Amalia Sperandio. 200 foto, tutte inedite saranno presto oggetto di un libro curato da One Grup Srl.

 

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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