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Storie di streghe in Abruzzo

Tratto da Gotico Abruzzese

Questa storia è tratta da un vero e proprio processo per magia contro la “notoria maga, strega e fattucchiera Angela alias occhio di rocca, autrice di malie contro certo Ignazio Rapattuni, ex amante della figlia Giovanna, il quale da “sette anni circa si ritrova maliato stroppio dentro d’un fondo di letto” e diverse volte aveva minacciato la strega di denunciarla al santo Ufficio se non avesse guastato la fattura o lo avesse reso libero, ottenendo solo promesse non mantenute. Alla fine il povero Rapattuni, “più travagliato che mai”, e dopo che la fattucchiera gli ha fatto intendere “che mai sarrà che vogli guastargli detta malia e che morirà esso supplicante dato al demonio”, denunzia tutto al Commissario del Santo Ufficio, invocandolo “in visceribus christi” di prendere a cuore il suo caso e di punire la strega. I fatti sono accaduti a Chieti dal 1661 al 1668, anno in cui, il 3 dicembre, c’è la supplica di Rapattuni corredata, però, dai verbali degli interrogatori di alcuni testimoni, avvenuti tutti nell’agosto precedente, che occupano 9 delle 11 carte di cui si compone il documento. I testimoni, quasi tutti vicini di casa, sono Giuseppe Celentani, Antonio della Tucca alias Lanuto, pasquale Cinquina con la moglie Geronima, Tonto di Caramanico con la moglie, Domenico Roccioli, Vegilia Centobeni, Angela Dolce Canto, e concordano nei particolari riportati nelle testimonianze. Inizia Giuseppe Celentani, risedente a Chieti, vicino a casa di Angela occhio di rocca (cioè occhio di gallina) nei pressi di “Porta Pescara”, di cui dichiara di aver sentito in giro che è una “malissima donna e tiene nome di pubblica fattucchiera e donna di malissimo vita….. che cel’ habbia fatta (la fattura) per cause che detto Ignatio conosceva carnalmente detta Giovanna sua figlia e perché sempre bastonava e maltrattava essa Angela…..”. Il Cementai dichiara anche di aver ricevuto l’incarico dal Rapattuni di intercedere presso Angela perché sciogliesse la fattura; la donna promise di interessarsene una sua amica schiavona capace di queste operazioni magiche, ma questa ne frattempo era morta e perciò non se ne fece nulla.

 

 

Le altre testimonianze concordano tutte con questa versione: Rapattuni era immobilizzato a letto per una fattura di Angela la quale si era così voluta vendicare dei maltrattamenti subiti e perché, a causa dei litigi, egli aveva anche lasciato la figlia Giovanna, sua amante; quest’ultima era stata sentita da più d’uno rimproverare alla madre di aver affatturato il suo amante. Il fascicoletto intitolato “Inquisizione di stregoneria contro Angela della occhio di rocca di Chieti, 1668”, non aggiunge altro ai verbali delle testimonianze che spesso parlano dell’inquisita come di famosa fattucchiera e “per la gente e fra la gente della città di Chieti” si diceva pubblicamente della fattura che teneva immobilizzato il povero Rapattuni. Si è svolto il processo? E’ stata condannata la strega oppure è nel frattempo deceduta, per cui non si è più potuto procedere? E l’affatturato, per quanto tempo ancora è rimasto paralizzato sotto gli effetti della malia? Nessuno lo saprà mai, a meno che non vengano trovate altre carte successive a quelle della fase istruttoria, se ve ne uno. Un fatto è certo: Angela non doveva essere una donna morigerata, ma….. le capacità stregonesche le venivano attribuite, probabilmente, perché aveva gli occhi simili a quelli della gallina.

Le testimonianze

Antonio Anello n.1923 Atri (TE)
Una ragazza strega, una notte, andò a trovare il suo fidanzato che, sentito il vento vicino al letto, prese il coltello e colpì nell’aria e apparve la ragazza tutta nuda, nuda. Il ragazzo chiamò il padre e la madre, la vestirono con dei panni di casa e la riportarono a casa sua. Da quel giorno non tornò più strega perché con la goccia di sangue dalla marcatura se ne era andata la virtù.

Leonello Di Nardo n.1928 Bucchianico (CH)
Mia cugina era nata la notte di Natale e, per questo, dall’età di due anni, certe notti spariva; se la venivano a prendere le streghe. Questo è successo, finchè non l’hanno marcata con un ago arroventato; è stata la levatrice a farlo, sotto il piede sinistro, le fece uscire un po’ di sangue; così la bambina perse quella virtù e non uscì più la notte con quella compagnia. Allo stesso orario in cui spariva la bambina, spariva anche il cavallo di un vicino di casa; forse serviva per portare lei.

Santina Astrologo n.1925 San Valentino (PE)
Una donna, tutte le mattine, ritrovava la tela tessuta: allora per vedere se era qualche strega a tesserla, la notte appresso, prese uno spiedo e lo arroventò nel fuoco. Quando, a una certa ora ha sentito il telaio tessere, fece passare quel ferro per un buco che era nel muro, giusto nella direzione della spola, così colpì la mano della strega, la “marcò”; come è uscito un pò di sangue, apparve una bellissima ragazza (perché prima era invisibile) che disse: “Povera veneziana, sono venuta tanto di lontano; chi mi riporta alla Venezia mia?”

Maria Di Pompeo n.1960 Castel del monte (AQ)
Tutte le notti, una donna sentiva il telaio lavorare su e giù nella stalla; il giorno appresso, mise un segno sulla tela e, quando la mattina dopo tornò a vedere, lo trovò cresciuta. Raccontò il fatto al marito e fecero un buco nel muro per vedere chi era che tesseva la notte. Andarono a dormire, ma, a un certo punto arriva una donna che accende il lume, si siede e comincia a tessere. Allora, quelli prendono un ferro, lo arroventano e la colpiscono sulla man, esce il sangue e questa si mette a dire: “Povera giovane di Perugina, povera giovane di Perugina!”. Allora, la moglie e marito scendono sotto e si fanno dire dove abitava e di chi era figlia e così la mattina dopo la riportarono a casa sua: il padre per la contentezza che gli avevano “salvato” la figlia, gli fece per regalo un sacchetto pieno di marenghi d’oro.

Raffaele D’Onofrio, n.1928 Vacri (CH)
Una bambina di sei, sette anni, veniva portata in giro la notte dagli stregoni perché era nata “vestita” (e la mamma la “camicia” l’aveva conservata). Allora, la gente disse alla mamma che quando sentiva la bambina strillare perché se la venivano a pigliar, lei con un ferro arroventato la doveva “marcare” per farla uscire un po’ di sangue, così non ci poteva andare più, perché perdeva quella virtù. La mamma così fece, però gli stregoni per dispetto fecero ammalare la bambina e, per guarirla la dovettero portare da diverse “magare”.

Pasquale Di Girolamo, n.1931 Carpineto Nora (PE)
Un pastore, in montagna era sempre seguito da una gatta che gli andava dietro dietro; improvvisamente appariva e spariva, gli miagolava, non si capiva che voleva; finché un giorno, il pastore prese il coltello e le fece uscire un pò di sangue; allora, gli apparve la fidanzata che lo ringraziò per avergli levato il “destino di strega”.

Ernestina Nelli, n.1905 Bomba (CH)
Una donna che conoscevo aveva una bambina che veniva sempre disturbata da qualche strega; in questo modo a questa poverina erano già morti tre o quattro figli. Allora, fece la veglia per nove notti vicino alla culla, finché entrò in casa una gatta (quella era la strega), la prese e la fece “nera di botte”, come si insanguinò ridiventò una persona, una donna normale (che pure conosceva, era dello stesso paese), questa se ne scappò fuori e così la bambina fu salva.

Testi tratti da:
“Le superstizioni degli Abruzzesi” di Emiliano Giancristofaro
“Streghe: dramma, emozione, turbamento in un mondo che ci appartiene”
di Franco Di Silverio

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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