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Cenni sulla toponomastica antica di Pietranico

 

Cenni sulla toponomastica antica di Pietranico attraverso le fonti storiche, cartografiche e orali

Esaminare i nomi di luogo di un posto, specialmente quelli antichi, non è attivitàsuperflua perché, oltre a scoprire l’evoluz ione, i cambiamenti e le stratificazioni linguistiche che vi possono essere stati nel corso dei secoli e che vi si sono fossilizzati, si possono anche scovare informazioni tali da risultare fondamentali per ricostruire la storia stessa di quel luogo o per meglio interpretarla. Non vi è dubbio che la toponomastica va spesso e volentieri in soccorso allo studio del passato in un approccio multi disciplinare, lo completa e lo integra. A volte in mancanza di vere e proprie fonti storiche lo studio dei toponimi può sopperire senza difficoltà.

In questo lavoro sono sati presi in esame i nomi più antichi desunti dal Catasto Onciario del 1748 e sono stati confrontati sia con alcune denominazioni riscontrate nel Chronicon casaurinese 1 e nei Capitula 2 quattrocenteschi sia poi con i nomi attuali del luogo desunti dalle tavolette IGM e dal Quadro d’Unione, nonché dalla cartellonistica e dalle indicazioni degli abitanti. Pietranico è centro un agro-pastorale posto sulla cresta di un colle, a 597 metri sullivello del mare, alla sinistra del fiume Pescara, appartenente alla zona di alta collina e fascia montana dell’aria vestina. Dalla sua altura il panorama ci mostra la sottostante vallata del Pescara fino al mare Adriatico e abbraccia la cerchia dei monti dal massiccio del Gran Sasso a settentrione alla Maiella a mezzogiorno. Il territorio di Pietranico confina con le aree comunali di Torre de’ Passeri, Alanno, Cugnoli, Castiglione a Casauria, Pescosansosensco, Corvara, Brittoli e Civitaquana. Da dire che tante sono le denominazioni ricche di interesse rintracciate in questo territorio: esse riflettono, come una cartina di tornasole, non solo quelle che sono state in passato le attività dell’uomo sul posto ma anche le costruzioni edificate, i culti religiosi, gli aspetti faunistici e vegetazionali fino alla designazione dell’ andamento orografico. I toponimi più numerosi sembrano essere proprio quelli provenienti da geomorfismi, tanto, l’ambiente così caratteristico di questo borgo, è riuscito ad influenzare i vari nomi. A proposito di morfologia, l’ elemento più visibile è quello della pietra, predominante sul posto e lo si ritrova in molte denominazioni, sia antiche che moderne, partendo dal nome stesso del centro che è già di per sé indicativo della fisionomia del territorio. Attestazioni del nome di Pietranico sonodesumibili dai titoli della rubricazione, redatti nel XII secolo, di permute e atti dicompravendita di terreni risalenti al IX e al X secolo riguardanti de Opaculo , de Casule , de Petaczano , de Peteliano , de Cerbarano , tutte località indicate in un generico territorio di Petra iniqua , ma in effetti le prime forme dirette indicanti il centro vero proprio sono in loco quod noncupatur Petraniqua e in ipso castello de:

1 Il Catasto onciario di Pietranico è stato pubblicato nel 2008 dalla casa editrice Tinari a cura della Proloco del posto. 2 Cfr. Varrasso 1995 ma anche S. Zappacosta ha curato una pubblicazione dei Capitula de Pretanico

2 Petraniqua dell’anno 995 e la forma Petrainiqua del 1111 che compare anche nella formella dell’imposta di sinistra delle porte di bronzo dell’abbazia di San Clemente. La formazione toponimica è formata dalla voce greco latina petra “roccia, rupe, scoglio” e dal determinante aggettivale latino iniqua composto da in di valore privativo e dall’aggettivo aequa femminile di aequus con valore di “non piano,disuguale, aspro, accidentato” con evidente riferimento alla roccia irregolare e prominente attorno alla quale si è sviluppato il nucleo urbano e più in generale a tutte le forme aspre del rilievo in cui si sviluppa l’abitato, anche attorno ad un enorme masso di circ a 2000 m³, chiamato “Pietra di castello” . Il nome in dialetto, tra i parlanti, suona pǝrdanòi chǝ , appartenente ad una fase più antica e petranichǝ nel dialetto più recente. L’etnico è “pietranichese ”, pǝrdanǝchesǝ e prǝtanǝchesǝ in dialetto. Il territorio è costellato di insediamenti sparsi, residui dei centri attestati fin dallat arda antichità e di cui già si è accennato sopra. Le più antiche testimonianze di ordine archeologico, dovute a campagne di scavo del 2003, e di ordine linguistico,non vanno oltre la fase italica dei Vestini e l’età romana. Resti di abitato italico sono emersi sul colle La Sentinella.

 

Immagine tratta da La Filossera

All’età romana ci rinviano alcune caratteristiche formazioni toponomastiche quasi sicuramente prediali che risultano dalle fonti medievali ma non sono state continuate in età moderna: Cervaranum, Petelianum,  Petaczanum, località pre esistenti alla formazione della medievale Petrainiqua che potrebbero rimandare ai nomi personali di proprietari dei terreni in esame, in questocaso potrebbero essere: Cervarius, Petelius e Petacius che sono nomi realmente attestati nell’antichità . Molti rinvenimenti del periodo romano sono stati segnalati in località Colle di San Clemente, Feudo Ricotti, Ripalta, San Biagio e resti di un abitato romano e di una villa sono stati trovati nel nucleo alto medievale a Cervarano e infine alto medievali sono i resti di abitato a San Martino e del villaggio incastellato di Pietranico. Nomi da geomorfismi. Continuando ad analizzare dal Catasto onciario le formazioni nominali che rimandano alla morfologia del luogo troviamo toponimi che ne confermano la forma assai articolata, tipica di questa zona pedemontana come ad esempio (Le) Scale che ha alla base il latino scala usato in senso geomorfico per indicare un andamento del terreno a gradoni e quindi non pianeggiante, tipico delle zone collinari e pedemontane. Frequentemente, nelle denominazioni dei vari luoghi si può trovare anche la forma diminutiva scalelle.

Anche il nome Petrosa rimanda al terreno asproe accidentato derivante dal lat. petra ‘rupe, roccia’ con il suff. – osa , che designa un luogo in cui vi sono pietre e affioramenti rocciosi come può essere una zona che 3 Le formazioni prediali sono basate su nomi che risalgono sicuramente al periodo romano e sono nate come aggettivazione del nome del proprietario mediante l’aggiunta del suff. – anus, -a, -um; esse erano usate fin dal tempo diVarrone e Cicerone e si erano diffuse largamente in età imperiale: per indicare il terreno di un tale Carinio, ad esempiosi scriveva ager Carinianus , poi, con il tempo, il nome reggente cadeva e quegli aggettivi si trasformavano insostantivi fino ad acquistare con il tempo autonomia designativa e valore geografico proprio.

Degrada verso i fianchi del burrone. Dovrebbe trattarsi di un toponimo assai antico se è ricollegabile alla forma La Petrosola che si ritrova nel Chronicon casauriense nell’anno 1039 a proposito di un terreno donato da un Raino del fu Sansone alla chiesa della SS. Trinità di Casauria (C.197 V).Ma le forme petronimiche proseguono anche nelle tante formazioni con il termine ‘pietra’ che possono essere riferite sia a questo elemento così presente nel territorio. Nel Catasto si trovano accompagnate da un aggettivo o un sostantivo: Preta Santa inriferimento a qualche culto religioso ivi associato, Preta mancina, Preta intrennicolao internicola in cui il secondo termine è da intendersi come sinonimo di ‘internata’, Preta carrello che può nascondere anche il verbo abruzzese carrà ‘scavare dentro’ ed indicare quindi una pietra scavata, Preta Ciancaglione con riferimento a qualchesoprannome del posto; tutti sono con evidente metatesi della -r- che passa dalla seconda alla prima sillaba per influenza del codice dialettale. Si trova poi, tra i nomi ancora oggi presenti, anche Pietra Piana (in dialetto prèta pianë) con trasparente riferimento alla forma pianeggiante. Nell’antico documento catastale compare la voce Peroni : Giammarco nel Dizionario di toponomastica abruzzese riporta la forma ‘ Peroni ’ come accrescitivo derivato da pero ‘albero da frutto’ dal latino pirus, a ‘pero’.

 

Chronicorum Monasterii Casauriensis

Credo che però in questo caso la corretta etimologia sia da cercare altrove; il toponimo rimanda chiaramente all’aspetto geomorfico del territorio in esame; perone infatti è termine ancora oggi documentato tra quelli geografici per indicare una sporgenza verticale, una scheggiata di monte; il termine è da confrontare con la voce Peneroni , attestata ad esempio inaltri catasti del comprensorio maiellese come Abbateggio e che si configura quale chiara italianizzazione della voce dialettale pënërόnë ‘grosso macigno’ ; la base èaddirittura prelatina PERA/PERRA ‘roccia’ disseminata poi per tutta l’Europa panromanza qui in unione con il suffisso accrescitivo – one . indicante una grossa roccia. Da confrontare con le forme Perrone attestata in provincia di Campobasso.Il toponimo (lo) Sbalzo indica in sostanza la sommità e il versante meridionale di uncolle da cui parte una scarpata abbastanza ripida che scende e rimanda alla morfologia del terreno caratterizzata da pendii scoscesi, dal latino balteum ‘cintura’ con evoluzione semantica a “rupe, roccia, balza, colle” . In italiano balzo è ‘ rupe’ da confrontare con balza ‘roccia scoscesa’ dal latino baltea , plur. di balteum che in origine indicava in anfiteatro il muro sotto la scalea. In questo caso il toponimo ha acquisito nella scrittura antica anche la s- iniziale. Nella stessa direzione va il toponimo Ripalta attestato oggi nell’oralità e sulle tavolette IGM ma assai antico e ricorrente anche nel Chronicon casauriense come unità insediativa che concorse alla formazione del territorio castrense di Pietranico ed anzi nel 1001 ne viene citato il relativo castello in una donazione a Casauria, effettua ta da Trasberto del fu Eleprino : “ Insuper ego …Trasbertus trado et dono inipso (…) monasterio medietatem de ipso castello de Ripalta …”  La forma tuttavia ètrasparente: il nome ripa in italiano è letteralmente ‘riva’, ma anche ‘ciglio di canali, In Catalogna cfr. La Pera , nome di un piccolo villaggio nei pressi di Girona che nell’antica lingua locale vale ‘la pietra’. 5 Cfr. Varrasso 1

@ Daniela D’Alimonte

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 955 articoli
Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

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