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Nella provincia di Teramo alla ricerca di tesori, fate e armi

Nello scenario del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, tra il monte Foltrone e la montagna dei Fiori, c’è la profonda gola del Salinello che custodisce un segreto: un tesoro di monete d’oro, di rame e d’argento. Si narra che il tesoro di Re Manfredi, sovrano di Macchia, nascosto in una cavità naturale nel fondo della valle sia custodito da una fata vestita di bianco; la leggenda indica le modalità, a tappa, per portare via il tesoro: prima le monete in rame, dopo tre anni le monete d’argento e dopo ancora le monete d’oro, ma il desiderio di portare via prima l’oro faceva chiudere l’ingresso della cavità uccidendo i cercatori

Così le anime dei malcapitati vagano ancora nella gola e sostano nei pressi dell’eremo rupestre della Grotta di Sant’Angelo. L’itinerario proposto da Gabriele Marcellini parte dalla grotta. “In antichità, era destinata al culto pagano del dio romano Ercole e successivamente, in epoca cristiana, fu dedicata a S.Michele Arcangelo da cui il nome odierno. Proprio qui, a cura del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga, è stato realizzato un interessante intervento di adattamento museale e lo scorso 19 novembre è stato inaugurato il Museo della Grotta di S.Angelo, realizzando all’interno dell’eremo, uno dei primi esempi di esposizione museale in grotta. Si prosegue verso due Comuni vicini che storicamente si sono sempre combattuti: Civitella del Tronto e Campli.

Tutta la storia della Civitella del Tronto, la Città – Fortezza di frontiera, è stata condizionata – nel bene e nel male – dall’essere stata per vari secoli sentinella invalicabile dei confini settentrionali del Regno di Napoli prima e del Regno delle Due Sicilie dopo il 1815. Questo ruolo fu esercitato attraverso la costruzione – da parte degli spagnoli dell’imperatore Filippo II – della formidabile piazzaforte militare, una delle opere di ingegneria in questo campo più imponenti mai realizzate in Europa. Con la sua lunghezza superiore al mezzo chilometro e la superficie di oltre 25.000 mq, la Fortezza è stata per vari secoli protagonista di tanti episodi d’arme passati alla storia, da ultimo la strenua, eroica resistenza (durata oltre otto mesi) opposta alle truppe sardo piemontesi nel 1860, al momento dell’Unità d’Italia. Il forte pagò la sua fedeltà al vessillo borbonico con la barbarica distruzione del complesso quale rappresaglia ordinata da Re Vittorio Emanuele II.

Ridotta ad un rudere, nel 1985 dopo oltre 10 anni di imponenti lavori di restauro, è riaperto al pubblico, diventando meta per migliaia di turisti – italiani e stranieri – che ogni anno affollano il complesso monumentale. La fortezza offre al visitatore qualche ora di autentico “bagno nella storia”, grazie ad una struttura che ha mantenuto l’originale aspetto di cittadella militare. Passeggiando fra i Camminamenti Coperti, i Posti di Guardia, attraversando le tre immense piazze d’armi, cunicoli e spalti che si aprono su dirupi tanto aspri quanto di straordinario effetto paesaggistico, si arriva al cuore del monumento, il Corso Principale con gli alloggi della ex guarnigione spagnola. In queste stanze, completamente riadattate, è situata la collezione permanente del Museo delle Armi e delle Mappe Antiche. Questo Museo, classificato di prima categoria dalla Regione Abruzzo, ospita tutta la storia delle armi da fuoco, dai primi esempi di accensione a “miccia” per arrivare ai più moderni modelli a “luminello” attraverso tutta l’evoluzione dei fucili e pistole a “pietra focaia”. Fanno da corollario una serie di cannoni di artiglieria sia da Fortezza che da campagna e numerosi documenti (mappe, carte, incisioni, ecc…) riguardanti la storia di Civitella e – più in generale – del Meridione d’Italia. A concludere il nostro itinerario è la visita al Museo Archeologico di Campli. Ospitato in uno dei più belli palazzi storici della bella città Farnesiana, custodisce una serie di interessantissimi reperti che risalgono a vari periodi della preistoria per arrivare all’Età del Bronzo. Oltre ai già citati ritrovamenti della Grotta di S.Angelo, pezzo forte della collezione è quanto rinvenuto nella necropoli di Campovalano, frazione a pochi chilometri dal centro storico di Campli. In questo sito, in numerose campagne di scavo (ancora in corso) curate direttamente dalla Soprintendenza Archeologica Abruzzese, sono state scoperte diverse antichissime tombe preromaniche con relativi corredi funerari, oggi esposti nelle teche del Museo (anfore, suppellettili ceramiche, monili, monete, ecc…) con numerosi pannelli esplicativi per il visitatore”.

@a cura di Raffaella Evandro

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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