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Andrea Cascella

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Terza generazione della dinastia artistica dei Cascella, Andrea, scultore pittore e ceramista raffinato, era nato a Pescara il 10 gennaio 1919 e morto a Milano il 27 agosto 1990. Figlio di Tommaso e Susanna Federman, fratello di Pietro scultore di pregio e fama internazionale. Come il fratello, anche lui si formò nel laboratorio di famiglia a Pescara sotto la guida del padre Tommaso e del nonno Basilio, capostipite artistico della Famiglia. Fu avviato dal padre alla pittura, non già alla scultura, ritenendo il padre essere quella l’espressione più congeniale al suo talento. Giovanissimo consegue una borsa di studio per la Regia Scuola di ceramica di Faenza dove seguì i corsi del grande maestro Domenico Rambelli. La sua carriera artistica subì una lunga interruzione di cinque anni, dal 1940 al ’45, a causa della Seconda Guerra Mondiale a cui fino al ’43 Andrea partecipò nelle file dell’Esercito Italiano nell’occupazione della Francia e, dopo l’armistizio, nelle formazioni partigiane garibaldine della Val d’Ossola, come comandante della 15^ Brigata “Rocco”. Dopo la liberazione, si trasferisce a Roma con il fratello Pietro dove insieme lavorarono la ceramica in un loro laboratorio. Nel 1949 la sua prima personale, presso la Galleria dell’Obelisco della capitale dove espone opere di pittura e ceramica. I suoi interessi cominciano a spostarsi verso la scultura in particolare quella applicata all’architettura, sempre insieme al fratello col quale lavorerà e collaborerà praticamente fino alla fine, pur mantenendo una identità artistica autonoma. Negli anni Cinquanta si trasferisce a Milano dove ha l’opportunità di affermarsi come valido esponente dell’astrattismo europeo. Collabora con il fratello al progetto un monumento per Auschwitz che sarà poi realizzato nel 1967 dal solo Pietro.

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Nel 1964 vinse il Gran Premio della Scultura nella Biennale di Venezia, mentre la sua arte si affermava in Europa e in America. Sempre agli anni Sessanta risalgono infatti gli altorilievi per la struttura Olivetti di Düsseldorf e il bassorilievo per quella di Buenos Aires. Nel 1970 inizia la sua attività didattica, insegna all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e dieci anni dopo diventa direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove era già docente di scultura. Nel 1972 diventa Commissario alla Biennale di Venezia. Nel 1983 riceve la Medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica ai benemeriti della scuola della Cultura e dell’Arte che replicherà anche nel 1986 e nel 1990. Realizza opere grandiose come la Piazza di Portorotondo o la fontana in granito di Piazza Leonardo a Milano o la grande scultura in marmo dell’aeroporto di Linate. Ha esposto nelle più prestigiose gallerie di tutto il mondo: Venezia, Milano, Roma, Londra, Chicago, Tokyo e Los Angeles. Presente nelle più grandi rassegne internazionali come la Quadriennale di Roma e l’esposizione della collezione Hirshorn al Museo Guggenheim di New York. Nel 1988 viene nominato direttore dell’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” a Como.

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Nel 1990, a pochi mesi dalla prematura morte, viene eletto Accademico dei Lincei all’Accademia di “San Luca” di Roma. Il 26 agosto del 1990 colto da malore nel suo studio di via Tre Castelli a Milano, fu subito ricoverato all’ospedale San Paolo, dove spirò poco dopo. Alla morte di Andrea Cascella, il fratello Pietro scrisse: «Siamo stati due vele della stessa nave mio fratello e io. Ora sono rimasto solo a tirare nell’ultimo vento forte il legno nella tempesta della vita sempre più al largo dove la riva sta scomparendo.» La scultura di Andrea Cascella secondo la maggior parte dei critici, resta sicuramente un punto di riferimento nel panorama artistico di oggi. Per la sua arte scelse prevalentemente la pietra, quanto di più permanente esista sia come aspirazione dell’animo sia per la solidità e il rispetto che incute.

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Carlo Maria d’Este

BIBLIOGRAFIA E FONTI:
Elisabetta Mancinelli, Una famiglia di artisti: i Cascella, in abruzzo24ore.tv del 20 settembre 2013
Pier Giovanni Castagnoli, E’ morto Andrea Cascella, in “La Repubblica” del 28 agosto 1990
Aleardo Rubini, Cascella Andrea, in Gente d’Abruzzo. Dizionario Biografico, Castelli, Andromeda, 2006
Giuseppe Appella, Andrea Cascella, Milano, Electa, 1998

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Informazioni su Marco Maccaroni 974 articoli
Classe 1956, perito elettronico industriale, ho conseguito attestati riconosciuti per attività su reti cablate LAN presso la IBM Italia. Ho svolto la mia attività lavorativa c/o Roma Capitale sino al 2020. Autore, nel 2014, del sito Abruzzo Vivo.

2 commenti

  1. Vorrei segnalare che nella prima foto il soggetto NON è Andrea Cascella, ma suo figlio Marco.
    Grazie e buon lavoro
    Cristiano

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